Con Hillary Obama è subito invecchiato un po'
Dopo un Bush torna ancora un Clinton ai vertici degli Stati Uniti d'America. Hillary Rodham Clinton ha accettato l'incarico alla Segreteria di stato offertole dal neopresidente Barack Obama, e prenderà quindi dopo il giuramento a gennaio 2009 il posto di Condoleeza Rice. L'America quindi manterrà almeno simbolicamente quel passaggio di testimone che dal 1988, e cioè da 20 anni, ne mantiene la guida saldamente nelle mani di due sole famiglie, i Bush e i Clinton. Non è l'unica indiscrezione che ha trovato conferma ufficiosa sul nuovo gabinetto che sarà al comando del paese più potente del mondo. Al Tesoro approderà infatti Timothy Geithner, capo della Fed di New York e salvatore della Bear Stearns...(...) Geithner è stato infati il discusso regista del prestito pubblico che ha consentito di portare la Bear Stearns nelle braccia di Jp Morgan. Ma discussioni o meno, la sua indicazione ieri pare avere galvanizzato Wall Street che si è messa a correre avanzando di oltre il 6 per cento. Segno che i salvatori in questo momento sono ben accolti nel tempio della finanza internazionale, e che la generosità pubblica è virtù lodata da quelle parti. Ma è l'impronta dei Clinton quella che più caratterizza le scelte più rilevanti del nuovo esecutivo americano. Perché da quel vecchio mondo di riferimento arriva anche il futuro segretario al Commercio, che secondo la Nbc sarà Bill Richardson, attuale governatore del New Messico e segretario all'Energia quando Bill Clinton era presidente. Pescare quindi nella riserva più forte della classe dirigente democratica è stata quasi scelta obbligata per Obama, che non ha avuto il tempo di costruirsi intorno una nuova classe dirigente e aveva l'esigenza di rassicurare gli altri poteri. Ma il marchio Clinton rischia di dare un'impronta alla nuova amministrazione un po' diversa da quella che avevano vissuto gli elettori durante la campagna elettorale. C'è un po' di vecchia America e l'idea di un paesone dove dominano per un ventennio due sole famiglie, una situazione di fatto che smorza in parte gli entusiasmi per la novità di questa vittoria elettorale. Dodici anni con un Bush (4 il padre, otto il figlio) alla guida, altri dodici almeno con la famiglia Clinton in primissimo piano (Bill presidente otto anni, Hillary sicuramente quattro alla guida della politica estera di Obama). Sembra un po' l'Italia che quando cambia, lo fa davvero poco: prima quella di Andreotti e Craxi, poi quella di Prodi e Berlusconi..
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