Anche Obama nel mirino di pm "comunisti"
Fino alla vigilia di Natale si sono tentate tutte le carte per un rinvio dovuto a ragioni di Stato. Ma il procuratore distrettuale di New York, il giudice Victor Marrero, è stato irremovibile: si aprirà il 12 gennaio prossimo il processo che potrebbe creare più di un grattacapo alle più alte cariche del Partito democratico e gettare ombre anche sui finanziamenti elettorali del neopresidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Alla sbarra ci sarà infatti Norman Hsu, finanziere americano e industriale del ramo tessile di origine cinese, ma soprattutto raccoglitore di fondi illegali sia per Bill sia per Hillary Clinton e, la vicenda risale al 2005, perfino per lo staff di Obama. Hsu è stato arrestato un anno fa con accuse pesanti...Il finanziere di origine cinese è infatti stato una sorta di precursore di Bernard Madoff, anche se con lo stesso schema, il cosiddetto Ponzi, ha fatto sparire una somma dieci volte inferiore: 60 milioni di dollari contro i 50 miliardi che hanno mandato in tilt Wall Street e molte banche nel mondo. La truffa di Hsu è simile, ma le proporzioni non sono ancora chiare perché da nuove carte processuali che verranno esibite dal procuratore distrettuale potrebbero esserci altre somme coinvolte provenienti da fondi di investimento quotati. Con cifre diverse, se Madoff fra tremare la finanza, Norman Hsu può invece creare più di un grattacapo ai democratici. Perché quei soldi fatti sparire con abilità sono riapparsi in molti rendiconti elettorali di peso. La stessa Hilary Clinton ha dovuto restituire 850 mila dollari alle autorità americane, mettendole a disposizione dei creditori truffati da Hsu. E con quella cifra il finanziere era fra i primi singoli finanziatori delle primarie democratiche. Per questo dal processo si temono nuove rivelazioni e la possibilità che finanziamenti non restituiti avessero la stessa origine illegale, con più o meno coscienza di chi li ha ricevuti. Il dubbio nasce anche da una lettera inviata il 22 dicembre scorso dal difensore di Hsu, l'avocato Martin Cohen, al procuratore distrettuale di New York per chiedere il rinvio del processo per ragioni di opportunità politica e un esplicito riferimento agli imbarazzi che potrebbero nascere a soli otto giorni dall'insediamento ufficiale alla Casa Bianca di Obama. Il diniego del giudice in Italia verrebbe certamente interpretato come un atto di ostilità, l'ulteriore esempio di una giustizia ad orologeria. Non negli Stati Uniti, dove un processo non cambia le sorti della democrazia...
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