Benigni e signora in piazza. Contro le ruspe di Matteoli
Roberto Benigni e la sua gentile consorte-manager, Nicoletta Braschi, sono furiosi con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli e con il supermanager dell’Anas, Pietro Ciucci. Da un anno e più, appena arrivato a palazzo Chigi Silvio Berlusconi, infatti il ministero ha adottato e velocizzato fra le poche un’opera pubblica importante per il centro-Italia: il completamento della superstrada Orte-Terni-Rieti. Ma il problema è che per gli affari del comico toscano l’opera si è trasformata in un inferno che mette a rischio anche i guadagni provenienti da quello dantesco: l’Anas infatti sta scavando una galleria di fianco agli studios di Benigni. Rendendo impossibile ogni registrazione. Il problema è emerso fra le righe dell’ultimo bilancio degli studios del gruppo Melampo, che un tempo si chiamava Spitfire e ora Cinecittà Papigno, grazie all’alleanza con Cinecittà studios cui i coniugi Benigni hanno piano piano trasferito la maggioranza del capitale, mantenendo comunque il 40%. Alle porte di Terni, grazie a un accordo con il Comune e a un affitto di assoluta affezione (22.568 euro l’anno) la società gestisce per proprie produzioni o per locazione a terzi gli Stabilimenti di Papigno. Il piano industriale prevedeva una notevole redditività da dividere fra i soci. Ma alla fine del 2008, che doveva essere l’anno della svolta, da dividersi sono restati appena 3.660 euro. Spiccioli per due come il cavaliere di gran Croce Benigni che nel 2005 ha dichiarato un reddito da 3.580.995 e come la consorte-manager Nicoletta Braschi che lo stesso anno ha dichiarato 1.699.365 euro. E una certa rabbia, perchè se quegli studios (che custodiscono ancora le scenografie-premio Oscar di Pinocchio) non rendono il dovuto, la colpa non è della gestione. Come scrive nella relazione al bilancio 2008 il presidente di Cinecittà Papigno, Lamberto Mancini, la responsabilità è dello «svolgimento dei lavori di realizzazione, a ridosso degli studi, del viadotto sulla Valnerina e della relativa galleria di collegamento nell’ambito del completamento della superstrada Orte-Rieti che, causa il rumore prodotto dai mezzi d’opera, hanno praticamente reso impossibile l’uso proprio degli studi». Non è servito fare sollevare un po’ di politici locali preoccupati per la caduta della manodopera: Matteoli e Ciucci sono stati inflessibili e nel febbraio 2009 hanno perfino celebrato la caduta del primo diaframma della galleria lì di fianco. Chissà se è anche con questa rabbia che i coniugi Benigni hanno promesso di sfilare in piazza contro Berlusconi...
Franco Bechis
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