Carlo De Benedetti si fa uno scudo ad personam e riporta in Italia 143 milioni

Carlo De Benedetti si è fatto un personale scudo fiscale che ha consentito alla fine del dicembre 2009 di riportare in pancia alla sua Cir 143 milioni di euro che venivano dal Lussemburgo. La liquidità è arrivata con le feste natalizie dopo una complessa operazione di riassetto di alcune partecipazioni del gruppo dell’Ingegnere in territori che un tempo facevano parte dei paradisi fiscali: l’isola di Madeira e il Lussemburgo. La prima operazione è partita il 3 novembre scorso proprio a Madeira, dove aveva sede la Cirfund Lda. Quel giorno si è deciso di trasformare la società di diritto portoghese in società di diritto lussemburghese e di trasferirne la sede nel Granducato, dopo avere accantonato a riserva distribuibile all’azionista unico (la Cir International sa) 26,1 milioni di euro. La società che aveva un valore di 144 milioni di euro ha così ricostituito il capitale nella sua nuova veste giuridica e geografica per 118 milioni di euro. Una volta fatta l’operazione, il 21 dicembre scorso la Cirfund sa è stata fusa per incorporazione nella holding lussemburghese dell’ingegnere, la Cir International sa, che ne ha potuto assorbire il patrimonio. Il giorno successivo De Benedetti ha chiuso l’altra lussemburghese del gruppo, Cofide International, messa in liquidazione volontaria per farne assorbire il patrimonio alla Cofide italiana. La terza operazione porta la data del 30 dicembre 2009 ma è stata formalizzata il 27 gennaio, e quindi non è chiaro se l’effetto contabile sarà riverberato nei bilanci 2009 o in quelli del 2010. Riguarda una terza lussemburghese delll’ingegnere, la Ciga Luxembourg sarl di cui azionista unico è la Cir spa italiana. E’ stato prima approvato il bilancio 2009 che ha mostrato un utile di 3,1 milioni di euro. L’utile ha assorbito parzialmente la perdita di 39,2 milioni di euro fatta registrare l’anno precedente e accantonata. A quel punto sono state fatte quattro successive operazioni sul capitale, rima per creare una mini-riserva distribuibile, poi per assorbire la perdita restante attraverso una riduzione del capitale per 36 milioni di euro e infine per portare il nuovo capitale a un milione di euro distribuendo 143 milioni di euro di dividendi all’unico azionista, che è Cir. Un’iniezione di liquidità che certamente ha allietato i conti della finanziaria guidata dal figlio dell’Ingegnere, Rodolfo. Proprio ieri Cir ha approvato in consiglio di amministrazione i conti 2009, che sin sono chiusi con un sorprendente utile netto di 143 milioni di euro superiore proprio nell’anno della crisi del 50% a quello dell’anno precedente. L’operazione lussemburghese però non è stata citata nel comunicato della società che spiega il miglioramento nei conti con “un’ eccedenza finanziaria netta aggregata a 121,6 milioni di euro (44,2 milioni a fine 2008)” e con la ripresa dei mercati azionari e finanziari internazionali. Bisognerà attendere la pubblicazione del bilancio integrale che sarà sottoposto all’assemblea degli azionisti per capire se il segreto di questo boom vada cercato proprio nel rientro dei capitali dal Lussemburgo

1 commento:

Camelot ha detto...

Direttore, ho bisogno di contattarla in privato. Ho una notizia importante, almeno credo, sulla Bonino, contro la Bonino (a lei e alla sua redazione, poi, giudicare se si tratti di una sciocchezza o di una notizia meritevole di pubblicazione e approfondimento). L'ho contatta con messaggio privato su Twitter. Se mi risponde, può fornirmi lì la sua mail. A presto.
P. S. Contatterò anche Fausto Carioti e Belpietro (tramite mail, naturalmente).