L'ultima dei pm sul cav: condannatelo, perchè delinque solo a parole. Ma poi non fa nulla...
Di cosa è accusato Silvio Berlusconi dai magistrati di Trani? Di avere fatto pressioni e tentato di punire un mezzo di comunicazione, la Rai. Questo a Trani. Perché anche a Milano Berlusconi è accusato. E questo certo non farebbe notizia. Non fosse che l’accusa poggia sull’assunto diametralmente opposto: quella di non avere mai manifestato “intenti punitivi nei confronti dei mezzi di comunicazione”. Lo sostiene il giudice milanese Alda M. Vanoni in un documento inviato alla Camera il 13 febbraio scorso. Detta così sembrerebbe una cosa da pazzi. Ma non lo è. Perché a Milano come a Trani l’obiettivo è lo stesso: incastrare Berlusconi. Per farlo in Puglia bisogna dimostrare quella tesi, del Berlusconi che minaccia la libertà di comunicare. Per farlo a Milano bisogna dimostrare la tesi opposta. Lì infatti il giudice si è trovato una causa civile del gruppo Espresso contro il premier, che pubblicamente davanti a imprenditori si era lamentato dell’atteggiamento critico di quei giornali dicendo “non dovreste dargli più pubblicità”. A processo Berlusconi ha sollevato lo scudo costituzionale dell’immunità: “era una battuta politica, insindacabile”: E ai giudici, che altrimenti dovevano fermarsi, non è restata altra arma che accusarlo di essere quasi un santo: “Non sembra potersi collegare ad alcuna attività parlamentare svolta dall’onorevole Berlusconi, dato che le sue iniziative non hanno mai manifestato intenti punitivi nei confronti dei mezzi di comunicazione”. Morale della favola di Berlusconi imputato: “Sei colpevole? Ti condanno”. “Non sei colpevole? Male. Allora ti condanno per la tua intollerabile innocenza”.
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