Tutti insieme fatturano
probabilmente meno dei loro 740. Però non sono da buttare via nemmeno quei 58
milioni di euro che vengono da business diversi che tra un allenamento e l’altro
sono riusciti a mettere in piedi i componenti della Nazionale di calcio che ha
esordito lunedì ai mondiali del Sudafrica. Un allenatore, Marcello Lippi e 23 giocatori. Di loro 11 (Lippi più dieci
giocatori) hanno già pensato al futuro, a quando appenderanno le scarpette al
chiodo. E hanno provato a prepararsi un altro mestiere, perfino a lanciare un
business. Il successo non è stato grandissimo, perché se i 58 milioni di valore
della produzione sono comunque un risultato rispettabile da media azienda, non
altrettanto si può dire del risultato consolidato formato sommando utili e
perdite dei loro bilanci. Perché gli 11 azzurri in campo nel mondo degli affari
nell’ultimo anno si sono rivelati una nazionale perdente. Hanno dovuto sborsare
di tasca loro 198.664 euro, che rappresenta il rosso complessivo della loro
avventura finanziaria. Hanno giocato maluccio, ma come nel campo reale anche
qui è soprattutto questione di formazione. L’allenatore non è una certezza: con
Lippi nel mondo degli affari si può vincere o perdere. Ma alla fine il
risultato dell’anno è un pareggio: sommando utili e perdite delle sue
partecipazioni l’allenatore azzurro è andato in rosso di appena 76 euro. Le due
velocità sono una costante nelle storie degli 11 azzurri businessman. Che incredibilmente
sembrano parallele a quel che si è visto in campo nella partita di esordio con
il Paraguay. Il conto economico della Nazionale è infatti tirato su da uno
spumeggiante Daniele De Rossi (utile consolidato di 539.090 euro), ma tirato
giù da Fabio Cannavaro che alla fine perde più di un milione di euro. Senza i
suoi errori di valutazione la
Nazionale spa sarebbe oggi in attivo.
Gli undici azzurri hanno
imparato a fare davvero un po’ di tutto nella vita. Molti si sono buttati nel
mattone, costituendo immobiliari, ma anche utilizzando sistemi più sofisticati
come i fondi del settore o il leasing. Alcuni hanno cercato di valorizzare il
proprio marchio di origine, acquisendo società sportive, palestre, o società
organizzatrici di pr. Altri hanno provato con fantasia a fare tutt’altro: c’è
chi alleva bovini e chi pesci e crostacei, chi gestisce catene di ristoranti e
chi prova con spiagge e locali notturni , chi idea campagne pubblicitarie e
perfino chi ha messo un piedino nel business energetico del futuro: quello
dell’eolico e delle energie rinnovabili. Ecco nome per nome le attività.
Marcello Lippi. Guadagna bei
soldini con la Mammamia srl, la società proprietaria del Twiga di Forte dei
Marmi, che Lippi possiede insieme a Paolo Brosio ma soprattutto alla Laridel
partecipations di Flavio Briatore e alla Dani comunicazioni di Daniela
Santanchè. Ma li perde al momento con le altre attività. Che vanno dallo Health
and sport International center di Firenze alla Capraia diving service (corsi
sportivi) alla immobiliare di famiglia Dast all’altra immobiliare fiorentina
Promoinvest, in contenzioso con il comune di Firenze che da tempo non rilascia
le autorizzazioni che servono per un immobile da acquistare in via dei
Cimatori. Lippi si è anche buttato nel campo delle energie alternative con al
sua Sviluppo Energia pulita srl.
Ivan Gattuso. Possiede una
società immobiliare con la moglie, con immobili in Calabria e a Varese. Ha una
omonima srl a Corigliano per l’allevamento di pesci a crostacei e ha poi
fondato con un socio la Gattuso e
Bianchi srl per la vendita di pesci e crostacei. Il socio si chiama Andrea
Bianchi e curiosamente per associarsi a Gattuso ha dovuto presentare un
attestato di partecipazione a jun corso per la qualifica di responsabile
dell’autocontrollo. Gattuso ha messo in piedi una catena alimentare completa:
il pesce lo coltiva, lo vende e poi lo serve al ristorante attraverso la sue
Ottantasette srl
Giampaolo Pazzini. Per ora
l’attaccante della Sampdoria si limita all’immobiliare. E’ sua la twenty-nine
srl di Montecatini. Ma il portafoglio non è affatto da buttare via: un
fabbricato a Firenze e 17 in
provincia di Pistoia, in gran parte a Montecatini.
Vincenzo
Iaquinta.L’attaccante bianconero con la famiglia (soprattutto con il papà,
molto giovane, classe 1957) conduce un’azienda di costruzioni edili omonima. E
proprio prima del mondiale ha fondato la Champions Re spa,
attiva nel leasing immobiliare: fra i soci ci sono anche calciatori o ex
calciatori come Sebastian Giovinco e Matteo Guardalben e un procuratore di
calcio come Luca Pasqualin.
Fabio Quagliarella. Per ora
il suo è solo un esordio nel mondo degli affari: ha costituito e gestisce con
la famiglia un’azienda immobiliare, la Faviad srl la cui sede è da poco stata trasferita
a Roma.
Giorgio Chiellini. Ha
costituito a Livorno con il fratello Claudio una società, la Twin Group srl,
specializzata in organizzazione di eventi e pubbliche relazioni. E va piuttosto
bene, visto che ha chiuso in utile di 43 mila euro.
Daniele De Rossi. Ha due
immobiliari con la moglie (Aleutine 106 e Gaia immobiliare 2005) e una società
che fa da agenzia per spettacolo e sport, la Dagat srl. Da poco ha costituito anche la Wgt srl che si occupa di
“gestione di piano bar, discoteche, enoteche e pubs”.
Gianluca Zambrotta. Ha una
immobiliare, la Giza
srl con alcune proprietà a Como, a la Young Boys srl che ha tentato di acquistare
all’asta giudiziaria il centro sportivo di San Fermo della Battaglia, ma il
tribunale di Como si è messo di traverso.
Gianluigi Buffon. L’ultima
sua avventura è stata l’acquisto dell’Hotel Stella della Versilia srl a Massa,
proprietaria dell’omonimo albergo. Ha anche immobiliari come la Buffon & co e la Suolo & ambiente srl.
Anche lui però è in contenzioso come Lippi con il comune di Carrara e Massa che
non gli lascia costruire una strada essenziale per recuperare un immobile in
disuso di proprietà. Così le ruspe sono ferme e la società nell’attesa continua
a perdere soldi.
Angelo Palombo. A parte
l’immobiliare di famiglia, la P &P
immobiliare, possiede la Palo
17 srl. Già dal nome non sembra ci sia troppa fantasia. Eppure dovrebbe ideare
campagne pubblicitarie. In attesa dell’idea vincente, perde soldi.
Fabio Cannavaro. Più che un
giocatore è un’industria. Ha due capogruppo: una immobiliare (Cma immobiliare
srl) e una holding di partecipazioni (Cma holding e servizi). Si è salvato dal
fallimento delle farmacie Maddaloni, che hanno ottenuto da poco il concordato
preventivo. Il suo impero spazia dall’immobiliare (Margot srl) , ai trasporti
marittimi (Fd service srl), ai servizi societari (Gm global trading), allo sfruttamento dei diritti di immagine
(Fenix srl), all’allevamento e produzione di latte (La Fattoria gaia,
Biancolatte srl) alla gestione di spiagge (Pharaon srl) e di ristoranti (Como 8
srl, Fn number One, Vittoria srl, Le Millionaire srl, Le Millionair e Caserta
srl). Le ultime tre società di ristorazione aperte (Millionaire 4, Millionaire
5 e Sveva srl) hanno nella compagine un socio di rilievo: Antonio Martusciello,
già coordinatore campano di Forza Italia e ancora oggi uno dei leader del Pdl
in Regione.
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