Sabato 8 settembre 2012, Venezia, piazza San Marco, ore 21. Davanti alla Basilica di San Marco si ferma un gruppo di ragazzini di Praga. Posano gli zaini in cerchio e si mettono a intonare un canto di Chiesa. Sono un coro, forse parrocchiale, con il capocoro che li accompagna. Sembrano bravi, si forma un capannello di turisti e di veneziani che ascoltano incantati. I ragazzi omaggio il pubblico con un canto che ben conoscono tutti gli alpini: "Signore delle cime", che si intona per i loro caduti in montagna. Dura poco, perché arrivano subito due vigilasse e un loro collega, che interrompono la magia. Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, ha firmato una ordinanza sul decoro della piazza. E alle due vigilasse (una soprattutto) quei canti non piacciono. Il vigile maschio dissente (al cronista ammette "fosse per me ci vorrebbe più buon senso"), ma la donna sua superiore è inflessibile: basta canti, via da San Marco quei ragazzini che turbano il decoro. Una figuraccia in più che l'Italia ha fatto davanti ai turisti di ogni paese del mondo.
Vietato cantare a Venezia! Lo ha deciso il sindaco talebano
Sabato 8 settembre 2012, Venezia, piazza San Marco, ore 21. Davanti alla Basilica di San Marco si ferma un gruppo di ragazzini di Praga. Posano gli zaini in cerchio e si mettono a intonare un canto di Chiesa. Sono un coro, forse parrocchiale, con il capocoro che li accompagna. Sembrano bravi, si forma un capannello di turisti e di veneziani che ascoltano incantati. I ragazzi omaggio il pubblico con un canto che ben conoscono tutti gli alpini: "Signore delle cime", che si intona per i loro caduti in montagna. Dura poco, perché arrivano subito due vigilasse e un loro collega, che interrompono la magia. Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, ha firmato una ordinanza sul decoro della piazza. E alle due vigilasse (una soprattutto) quei canti non piacciono. Il vigile maschio dissente (al cronista ammette "fosse per me ci vorrebbe più buon senso"), ma la donna sua superiore è inflessibile: basta canti, via da San Marco quei ragazzini che turbano il decoro. Una figuraccia in più che l'Italia ha fatto davanti ai turisti di ogni paese del mondo.
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