http://www.liberoquotidiano.it/blog/1271093/FORZA-TAGLIA.html
Dice
il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni: “Vogliamo
rilanciare l'economia riducendo le tasse su lavoro e imprese. Non
possiamo farlo aumentando il debito, quindi dobbiamo ridurre le
spese”. Siccome siamo in recessione, non si può tagliare gli
investimenti: “Vogliamo ridurre”, continua Saccomanni, “le
spese correnti ma non è un lavoro che consenta nel giro di poche
settimane di reperire miliardi di euro come se avessimo la bacchetta
magica”. Vero: ci vuole tempo per vedere i risultati di un taglio
alla spesa. Infatti è per questo che immaginavamo che dal primo
giorno le forbici di Saccomanni fossero già in azione. Invece deve
esserci qualcuno che si è messo di traverso. Perchè il ministro
spiega che oggi la spesa pubblica ammonta a 800 miliardi e tolti
“redditi da lavoro, prestazioni sociali, interessi, spese in conto
capitale, il totale su cui si può lavorare ammonta a 207 miliardi di
euro”. Micca noccioline: in una somma così ci sarà abbastanza
panna cui attingere, no? Però... Sì, c'è un però che fa capire lo
stesso Saccomanni: “analizzeremo i tipi di spesa su cui intervenire
più rapidamente, ma sia chiaro che i tagli indolori non esistono”.
E ancora: “nessuno si illuda che vengano fuori spese misteriose da
tagliare senza che nessuno protesti”. Ecco, se il ministro
dell'Economia mette le mani avanti così, significa che fino ad ora
qualcuno le ha già messe davanti alle sue forbici per fermarle. Noi
quel qualcuno lo conosciamo bene, perchè sono anni che ci sgoliamo
per fermare il partitone della spesa pubblica. E' la sinistra che in
quella panna è sguazzata in questi anni, costruendo sulle tasche di
tutti gli altri italiani carriere politiche e sindacali personali,
gruppi di potere e di consenso. Poi certo, il partito della spesa
pubblica ha una sua trasversalità: ma il suo cuore è li, al centro
del bandierone rosso.
E'
per questo che oggi viene voglia di gridare a Saccomanni: “Forza,
taglia!” E non sarebbe male che l'urlo, la spinta, l'affiancamento
al ministro senza se e senza ma venisse proprio da chi oggi desidera
ridare vita a “Forza Italia”. Perchè quel programma “meno
tasse” e “via la panna della spesa pubblica”, era proprio alle
origini di quel movimento nel 1994. Dunque, Forza, taglia! E taglia
per ridare una possibilità a questa Italia.
+
Vista
la necessità assoluta di non piegare ulteriormente i cittadini di
questo Paese dopo l'anno e mezzo che hanno passato, avremmo voluto
Enrico Letta e i suoi ministri con quelle forbici in mano a tagliare
e ritagliare giorno e notte dai primi di maggio per trovare quelle
risorse fondamentali con cui abbassare una pressione fiscale ormai
intollerabile e rimettere qualche soldo nelle tasche di cittadini e
imprese invece che in quelle dei pochi privilegiati che oggi vivono e
si arricchiscono con quella panna. Ma non è ancora così tardi, e se
quel “però” ripetuto da Saccomanni è un Sos lanciato per avere
una mano con chi lo ostacola dentro maggioranza e governo, eccola qui
la mano tesa. Tagliare si può, e qualsiasi dolore è lenito da un
utilizzo saggio di quelle risorse ottenute. Tagliare si può anche in
breve tempo, e su questo una vera lezione l'ha data durante il
governo di Mario Monti il suo commissario alla spending review,
Enrico Bondi. E' grazie ai suoi tagli che è stato evitato per sempre
(non per tre mesi) un aumento dell' aliquota intermedia Iva dal 10
all'11%. Ed è stato spostato e coperto per un anno (non per tre
mesi) anche l'aumento dell'aliquota ordinaria Iva dal 21 al 22%.
Bondi mica disse che era impossibile, che poi qualcuno gli avrebbe
fatto il broncio. In pochissime settimane ha guardato che cosa si
spendeva, e ha tagliato. Può avere sovrastimato quella riduzione,
che però ha funzionato per quasi 8 miliardi di euro strutturali.
Quindi si può. E si deve:la panna è ancora molta, e perfino il
risultato del governo Monti (che pure c'è stato) si è rivelato
timido: nel 2012 la spesa pubblica si è ridotta di mezzo punto di
Pil finalmente andando in contro-tendenza, ma il Pil si è impoverito
di più scendendo del 2,4%. Anche quel taglio dunque è stato
modesto. C'è tanto spazio, anche per non fare diventare distorsione
della spesa pubblica qualche nuova protezione sociale che doveva
essere temporanea (come quella della cassa integrazione in deroga). E
allora, forza Saccomanni. Forza, taglia!
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