I mercati sconfitti da un ragazzino. Un quindicenne rivela che gli analisti continuano a non capire nulla

Si chiama Matthew Robson, ha 15 anni e sette mesi. Come tanti ragazzini va a scuola: frequenta a Londra un istituto superiore specializzato in economia. Dal mese di giugno è stagista della Morgan Stanley, e per questo è diventato subito famoso. Il 10 giugno scorso ha scritto, raccontando se stesso e i suoi amici, un report della banca d’affari dal titolo «Media & Internet- Come i ragazzi consumano i media». Secondo i dirigenti della Morgan Stanley, da allora è il documento più chiesto e commentato, tanto da avere messo in crisi la City e molti analisti specializzati nel settore. Il caso è finito ieri sulla prima pagina del Financial Times, sostenendo la rivoluzione copernicana di quel rapporto. Che è invece una somma di banalità. Che cosa dice il teen-ager che sembra avere sconvolto gli analisti finanziari? Che i ragazzini della sua età non leggono i giornali, al massimo guardano ogni tanto qualche titolo e preferiscono farlo su Internet o guardando un tg. Esperienza probabilmente vissuta da quasi tutti i genitori in una qualsiasi casa del mondo. Ma ignota agli analisti. C’è di più. Matthew spiega di non avere soldi. Alla sua età non si possiede una carta di credito. Quindi non si possono comprare giochi on line e raramente si fanno videogiochi sul pc. Invece i genitori suoi e dei suoi amici hanno regalato a tutti una consolle per i videogiochi: ad alcuni la Wii, ad altri la Playstation, ad altri ancora la Xbox. Sorpresa? C’è qualcuno dei lettori con prole cui sia sfuggita questa passione dei ragazzini? Agli analisti finanziari che ora gridano un “ohoo...” di meraviglia sì. Era sfuggito. Per fare soldi (anche se nell’ultimo anno ne hanno persi e fatti perdere non pochi) non fanno figli, e quindi Matthew ha svelato loro un mondo ignoto in grado di modificare radicalmente le loro granitiche certezze sugli investimenti. Il ragazzino spiega ancora che alla sua età il problema principale è sempre quello: pochi soldi in tasca, quindi gioca e comunica con i suoi simili sempre con lo stesso criterio: spendere il meno possibile. Usa i social network, ma anche se tutti ora dicono che Twitter è il mezzo del momento, e perfino in Iran si è usato, lui spiega che quando scrive il suo tweet nessuno lo legge, e non c’è grande soddisfazione, ma che per leggere lui una frasetta dei pochi amici che lì sopra stanno si mangia tutto il credito del telefonino, perché il mezzo è lento e assai caro. Due alternative: facebook per comunicare senza spendere con i compagni, o la chat possibile attraverso le consolle dei videogiochi che ormai si collegano ad Internet ovunque ci sia il wifi. Il rapporto che sta sconvolgendo la City è lungo tre paginette, e gira sempre intorno allo stesso tema: pochi soldi da spendere, e quindi non si spende. Ci saranno anche leggi terribili e direttive europee in arrivo, ma anche per la musica il criterio è quello: nella sua cerchia di amici otto su dieci non comprano musica su Internet, perché è troppo cara. La scaricano gratis e illegalmente. “Ohhh...” dell’analista che avrà magari rivisto dopo queste previsioni al ribasso le stime di crescita di Apple (ma nel frattempo Matthew crescerà e magari inizierà a spendere beffando tutti quelli che ora stanno cambiando la loro idea del mondo). Per una pura coincidenza la vicenda del teenager che pontifica dal report di Morgan Stanley è divenuta pubblica la stessa mattina in cui a Milano il presidente della Consob, Lamberto Cardia nella sua densa relazione annuale analizzava le ferite lasciate dal terremoto finanziario che da Lehman Brothers in poi ha messo in ginocchio i mercati e piegato le economie mondiali mettendo le ali alla recessione. Dei contenuti della relazione e delle ricette proposte- anche normative- per proteggere come non è stato fatto il risparmio riferiamo in abbondanza nelle pagine interne del quotidiano. Le sagge parole di Cardia, come gli interventi legislativi provvidenziali di Giulio Tremonti e le soluzioni che molti governi hanno adottato in questi mesi sono naturalmente importantissimi. Ma il caso Matthew indica che il fianco dei mercati è ancora scoperto come prima, pronto a costruire nuovi castelli di cartapesta, a crearsi leggende che lì dentro diventano realtà, fragile ancora come un tempo. Fragili le analisi prima, ancora più fragile ore per lo choc che può provocare la serie di banalità (vere) elencate da un ragazzino. Se questa è l’ossatura dei mercati finanziari, non c’è ricetta che tenga. Presto ci risaremo.... Franco Bechis

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