Tanto loro ne pagano pochissime. Ecco perché i mandarini di palazzo snobbano il taglio delle tasse
L’unica cosa importante l’hanno già ottenuta da tempo: il fisco non mette le mani nelle loro tasche. Sarà per questo che Pierluigi Bersani, Antonio Di Pietro ed Enrico Letta fanno spallucce alla riforma fiscale proposta da Silvio Berlusconi. Due sole aliquote, una del 23 per cento e una al 33 per cento oltre quei centomila euro che sono circa la metà di quel che guadagnano i Bersani, Di Pietro e Letta jr? Il magnifico trio appena sceso in campo contro l’abbassamento delle tasse se ne può allegramente infischiare: tutti e tre dovrebbero versare al fisco il 43% del loro reddito, più i contributi per assistenza e previdenza. Ma facendo parte della casta dei mandarini che le leggi le impone agli altri lasciando per sé un trattamento di lusso, i Bersani- Di Pietro e Letta jr all’erario girano il 17,36% di quel che davvero finisce nelle loro tasche, come capita per altro a chi è stato eletto alla Camera (e al Senato il fisco è ancora più leggero: 15,32%). Chi ha un reddito imponibile di 9 mila euro lordi all’anno, pari a 692 euro lordi al mese, paga in proporzione più tasse del segretario del Pd, del suo vicesegretario e dal padre-padrone dell’Italia dei valori: il 23 per cento. E’ per questo che i mandarini del centrosinistra, nati e cresciuti a palazzo dove vigono sempre regole speciali, non riescono a capire perché ci si lamenta delle tasse troppo alte. Non le devono pagare loro, non le devono pagare i loro amici, i collaboratori di una vita: in quel mondo le tasse un tempo non si pagavano del tutto, poi si è fatto finta di pagarle come tutti i comuni mortali. Così oggi i deputati si intascano netti ogni mese 5.486,58 euro, dopo avere pagato ritenute previdenziali di 784,14 euro, assistenziali di 526,66 euro, un contributo per l’assegno vitalizio di 1006,51 euro e Irpef per 3.899,75 euro. Così sembrerebbero come tutti gli altri. Ma poi si mettono in tasca ogni mese esentasse 4.003,11 euro di diaria, 4.190 euro netti “a titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti il rapporto fra eletto ed elettore”, circa 1.100 euro al mese di rimborso per taxi che né Bersani né Letta né Di Pietro di solito prendono, e poco meno di 300 euro al mese netti a titolo di rimborso spese telefoniche. I senatori si intascano invece qualcosina in più, perché durante una delle varie auto-riduzioni della indennità sotto il pressing della protesta popolare, hanno girato la testa dall’altra parte lasciando che fossero solo i deputati a tirare un pochino la cinghia: prendono quindi 150 euro al mese più dei colleghi di base e rimborsi assai più generosi. E’ per questo che i mandarini della riforma fiscale non sentono proprio alcun bisogno...
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3 commenti:
Caro Bechis, il punto è capire se x quella persona che ha 9mila euro lordi al mese la tassazione scenderà davvero. Fino a 15mila euro si versa già attualmente un'aliquota del 23%, quindi se non ci sarà un'adeguato sistema di deduzioni e detrazioni x le fasce più deboli, questo nuova sistema finirà x favorire solo i più abbienti. Oltretutto se, come scrive anche un Suo collega di Libero, ci sarà un aumento compensativo dell'IVA (imposta iniqua che grava sui consumatori), ci saranno ripercussioni gravi sui redditi più bassi a causa dell'aumento dei prezzi. E, come risulta da dati pubblicati nei giorni scorsi, le famiglie italiane, in quanto a potere d'acquisto, non se la passano molto bene.
Di conseguenza, resta lo schifo x questi privilegi pseudo-feudali dei parlamentari italiani, ma non osanniamo questa tanto decantata riforma fiscale come una riforma x i ceti più bassi. Ripeto, aspettiamo adeguati sistemi di deduzione prima di pronunciare giudizi definitivi, ma se questi non arriveranno stia certo che a beneficiare di questa riforma saranno soprattutto i redditi oltre i 75mila euro (aliquota attuale 43%). Mentre in altri Stati si impongono tasse di solidarietà ai più ricchi, l'Italia rischia di andare controcorrente x l'ennesima volta...
ops, nel post precedente intendevo dire 9mila euro lordi all'anno...non al mese.
e adesso come la mettiamo.....
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