Gino e Michele, quando le formiche diventano ricchissime

Hanno la stessa quota in Zelig. La stessa in Smemoranda, l’agenda scolastica nata anche grazie a Mario Capanna e a Democrazia proletaria. Tutto uguale fino al centesimo. Se uno fa a Gino e Michele la radiografia patrimoniale sembrano quasi gemelli. I gemelli più ricchi di Italia. Insieme a Beppe Grillo e Roberto Benigni, i comici di sinistra che grazie a Silvio Berlusconi sono riusciti a guadagnare di più. Grillo e Benigni (un po’ meno) lavorando contro Berlusconi. I due gemelli lavorando per Berlusconi. Ma Gino e Michele gemelli fino in fondo non sono. Perché Michele Mozzati è più giovane di dieci mesi di Luigi Vignali (Gino) ed anche un pizzico più ricco di lui. Quindicimila euro lordi di differenza, lo stipendio di un operaio. Non una distanza siderale, quando si è milionari. Eppure quei 15 mila euro li separano di 36 posti nella classifica dei ricchissimi di Italia. Gino con i suoi 1.313.665 euro dichiarati nel 2005, l’anno in cui Vincenzo Visco mise in piazza tutti i 740 degli italiani, si piazza subito davanti Guido Maria Barilla, distanziato di mille euro lordi, e a gente come il calciatore David Suazo (un milione e 304 mila eiuro), il compianto Mike Bongiorno (un milione e 298 mila) e un supermanager pubblico come l’amministratore delegato delle Poste, Massimo Sarmi. Michele riesce a fare di meglio: con il suo reddito di 1.328.285 euro riesce a distanziare anche Lucio Dalla ( un milione e 322 mila euro) e perfino Stefano Ricucci nell’anno chiave della sua scalata al successo insieme ai furbetti del quartierino (un milione e 320 mila euro). Uno dei filoni satirici più fortunati nelle raccolte pubblicate da Gino e Michele riguarda come sempre l’attuale presidente del Consiglio. Sempre attuale quella che faceva il verso a una fortunata battuta (“Se Berlusconi avesse le tette farebbe anche l'annunciatrice”) di Enzo Biagi: “Non è vero che se Berlusconi avesse le tette farebbe l'annunciatrice. E' vero invece che se l'annunciatrice avesse le tette se la farebbe Berlusconi”. Più cattivella quella “Quando Silvio Berlusconi salì alla guida del governo molti italiani si convinsero che le sorti del Paese fossero in mano ad un ‘serial Premier’”. Ma da vero hara-kiri la terza gettonatissima nella Gino and Michele story: “Berlusconi è così convinto che con i soldi si può fare tutto che, quando va a pescare, come esca usa l'American Express”. Il duo comico milionario infatti non ha bisogno della carta di credito. Usa contanti. Come nell’ultimo anno sia Gino che Michele hanno fatto per acquistarsi una seconda casa dove stabilire il proprio buen retiro. Rigorosamente separati di centinaia di chilometri. Gino si è comprato a settembre una casetta a Rimini, in viale Amerigo Vespucci. Gliela ha venduta l’Hotel Villa verde. Michele invece qualche mese prima ha acquistato da Laura Bruno Ventre un’ampia casa (9,5 vani con magazzini annessi) in mezzo al verde in quel di Orino, nel varesotto. L’uno e l’altro acquisto cash, senza bisogno di chiedere il mutuo alla banca di fiducia. D’altra parte né a Gino né a Michele la liquidità difetta. Vanno a gonfie vele tutti gli affari sia a Smemoranda (la società editrice, Gut edizioni, fattura più di 30 milioni di euro), sia a Bananas, la società che produce Zelig (oltre 14 milioni di fatturato). Con la quota di fatturato riconducibile all’uno e all’altro Gino e Michele potrebbero contare su poco meno di 7 milioni di euro all’anno. Ma il valore della partecipazione è assai più alto. Smemoranda nel 2009 aveva perfino fatto gola al blasonato fondo di private equità della Barclays. I comici hanno tirato per le lunghe le trattative, poi quando hanno avuto certezza di riavere in tasca per Zelig il contratto con Mediaset invece di firmare la cessione hanno detto “partiamo per le vacanze”. Tornati hanno deciso che non se ne faceva più nulla. Tanto nel capitale hanno dentro un amico cui i soldi non mancano: Massimo Moratti, presidente dell’Inter. Anche grazie a lui il duo comico ha intrapreso la sua nuova attività, quella edilizia. Fondando una società, la Red Brick (Mattone rosso) il cui nome è tutto un programma…

2 commenti:

Anonimo ha detto...

..e questo sarebbe giornalismo?
Coock

Anonimo ha detto...

uhm ma a chi giova tutto ciò? Cioè, il sig. bachis non è vicedirettore di libero, diretto da belpietro? cos'è? forse zelig ha deciso di passare su sky ?
su franco, ci spieghi l'arcano!