Se non eri con Veltroni, fino al 2008 potevi sognarti l'appalto

Dopo quella fiorentina spunta una pista veneziana nel settore grandi appalti della cricca dei lavori pubblici guidata da Angelo calducci e Fabio De Santis che porta diritto al cuore del Pd. A finire sotto la lente dei magistrati dei Ros e degli inquirenti fiorentini che indagano sulle commesse dei grandi eventi c’è, oltre all’appalto del teatro della musica di Firenze, anche quello per il palazzo del cinema di Venezia. A vincerlo fu un gruppo veneto, la Sacaim della famiglia Alessandri che più volte appare nei faldoni dell’inchiesta. Una vittoria che fu – come capita- contestata dagli altri concorrenti perché all’apertura delle busta fu assegnato un punteggio assai modesto al ribasso offerto dai concorrenti, e così a vincere fu in realtà una delle imprese che aveva proposto il costo più alto di realizzazione. Ad essere contestata dagli esclusi da uno degli appalti più golosi delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità di Italia (70 milioni di euro, secondo solo a quello fiorentino) è stata sia la composizione della commissione aggiudicatrice sia la formazione delle squadre di progettisti, architetti e strutturisti dietro le singole offerte. Perché a vincere e fare vincere sarebbe stato un pool di professionisti romani molto legati alla amministrazione capitolina durante all’epoca di Walter Veltroni e in qualche caso anche in quella precedente di Francesco Rutelli. Per altro quest’ultimo al momento dell’assegnazione degli appalti di Firenze e di Venezia era vicepresidente del Consiglio dei ministri alla guida della struttura di missione per il 150° dell’Unità di Italia. Nelle mani degli inquirenti ci sono decine e decine di intercettazioni in cui i protagonisti, imprenditori, architetti e ingegneri, ritengono che i due appalti di Firenze e Venezia siano stati pilotati proprio dal tandem “Veltroni-Rutelli”, e proprio questa ipotesi investigativa è al centro di uno dei principali filoni di inchiesta (ci sono tre faldoni dei 20 dedicati agli appalti nell’era Pd, per oltre 3 mila pagine di intercettazioni). Per il filone Firenze per altro la pista investigativa segue anche le tracce di un colloquio fra Veltroni e il sindaco Pd dell’epoca, Leonardo Dominici, che doveva servire ad orientare la commissione. Il colloquio è citato da numerosi intercettati che dicono di averne avuto conferma anche da un assessore Pd allora in carica. Pizzicato poi al telefono Alberto Levi, consulente di uno degli imprenditori in gara, mentre si sfogava con una dirigente del comune di Firenze: “comunque è una roba da pazzi ... (…) ma era tutta pilotata ... (…) … tutta una grande pilotata ... hanno dato 55 ... a quelli che dovevano vincere perchè in qualche modo... son tutti i progettisti di Veltroni e Rutelli ... son passati ... a Venezia ha vinto la Sacaim con un progettista romano, va bene ? …è un veltroniano puro...va bene ? loro hanno vinto con ... perchè li hanno blindati !... cioè, quelli che dovevano vincere sono stati blindati”. I carabinieri annotano: “l’interlocutore manifesta anch’egli disappunto per quello che è successo, asserendo di aver avuto rassicurazioni, contrariamente a quanto poi è avvenuto, che la gara sarebbe stata espletata in maniera regolare ... mamma mia che porcaio! ... meno male che tutti dicevano e tranquillizzavano ... dicendo ... ‘la gara, è una gara vera’”... Intercettato anche l’ architetto Marco Casamonti, che dice al telefono: “io lo sapevo da due mesi .. non c'era verso”. E il suo interlocutore, il vicepresidente di Confindustria Toscana, Vincenzo Di Nardo che amaro aggiunge: “ Oh Marco questo ti insegna anche un'altra cosa .. o tu diventi amico di Rutelli o di Veltroni o tu puoi tornare a casa. A loro non non gliene frega nulla ... lì doveva vincere la Sacaim a Venezia, ed ha vinto la SACAIM .. non c'è storia. Comunque c'è una grande polemica ... perchè questa è roba da banditi..”. Ed è sempre Casamonti, un architetto ben introdotto in quel mondo, a spiegare per dove passa l’influenza di Veltroni sui grandi appalti: “per lo studio Abdr (iniziali di Arlotti Laura , Beccu Michele, Desideri Paolo, Raimondo Filippo) e per il loro strutturista, Silvio Albanesi, che è l'ingegnere che sta in tutte ... tutte le commissioni ministeriali. E’ un incapace, è solo un uomo di apparato”. Anzi, secondo gli intercettati l’architetto Desideri era così convinto di fare man bassa dei più importanti appalti per l’Unità di Italia da non essere stato nemmeno presente nei giorni decisivi della assegnazione delle due gare di Firenze e Venezia: “è una settimana che è a Mali e ora è alle Maldive ... perchè lui non aveva da fare nulla... aveva bell'e finito tutto da un pezzo”. E proprio quest’ultimo intercettato, il Di Nardi imprenditore da sempre di sinistra, si lascia andare allo sfogo: “Non voterò mai più Pd dopo quello che ho visto. Mi fa schifo, non posso certo votare Berlusconi, ma non andrò più a votare” Certo l’appalto veneziano della Sacaim è omaggiato da gran parte della struttura della cricca degli appalti. Dopo l’assegnazione si trovano tutti a Venezia a festeggiare la famiglia Alessandri, anche tre dei quattro arrestati della cricca: Angelo Balducci, Fabio De Santis e Mauro Della Giovampaola. Festa che come era tradizione di qualche componente della cricca, sarebbe poi finita in camera d’albergo allietata da una fanciulla rimediata in extremis da qualche imprenditore compiacente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Stamattina l'ho vista in tv da Piroso e nonostante ci fossero degli altri giornalisti schierati sia da una parte che dall'altra sono rimasto perplesso perchè nessuno ha voluto controbattere le sue affermazioni qui riportate, il significati era uno solo , non le conoscevano, eppure si stavano scannando su altre supposizioni senza riscontro solo per vantaggi personali, poi quel " giornalista?" del Fatto, che vergogna parlare in quel modo di Bertolaso senza prove, forse era furioso perchè a lui non lo ascolta nessuno, ma ha fatto proprio una gran figura di .....