La mia ultima volta al Tg3


Giovedì 4 novembre squilla il mio telefonino. E' una gentile redattrice del Tg3 che chiede la disponibilità a partecipare alla edizione notturna di Linea Notte condotta da Bianca Berlinguer. Mi informo di che si parla e su quali siano gli altri ospiti. Mi dicono che ci saranno con me tre esponenti politici: Rosy Bindi (Pd), Gaetano Quagliariello (Pdl) e Roberto Rosso, fresco acquisto del Fli. Li conosco tutti e tre e accetto l'invito. Fra le 16 e le 23 e 30 il Tg3 mi chiama altre tre volte per sincerarsi che arrivi a Saxa Rubra con mezzi miei e all'ora giusta. Quando arrivo faccio per andare in studio e mi fermano: "no, lei non ci sta, lì è già pieno. Facciamo un collegamento con un altro ospite in un altro stanzino". Come pieno? In quattro ci stiamo... Così apprendo che gli ospiti sono in tutto sei e non 4 (in un'ora di trasmissione con servizi e rassegna stampa praticamente non si può esporreb un pensiero compiuto in così tanti). Sono cambiati quasi tutti, e nessuno me l'ha detto, C'è Rosy Bindi (unica sopravvisuta), poi Adolfo Urso (Fli), Gianfranco Rotondi (Pdl), lo scrittore Alberto Asor Rosa (fuori quota ufficialmente), e nello stanzino della punizione con me anche Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica. Quando ci vediamo scopro che nessuno dei due sapeva della presenza dell'altro e che anche lui era stato invitato sulla base di ospiti che poi non c'erano. Grottescamente i tecnici del Tg3 chiedono a me e Giannini di ignorarci e non parlarci. Abbiamo ciascuno una telecamera puntata come fossimo in due studi diversi, tipo uno a Milano e l'altro a Palermo. Una truffa per i telespettatori, ma la tv è sempre finzione. La par condicio è assicurata così: La Bindi è contro Berlusconi. Urso è contro Berlusconi. Giannini è contro Berlusconi. Rotondi lo difende. Bechis, essendo vicedirettore di Libero dovrebbe fare la stessa cosa (anche se non ne avevo intenzione). Asor Rosa è un intellettuale, di sinistra, ma anche autore dell'Einaudi di Berlusconi. sarà super partes. Infatti gli cedono la parola come si fa a un santone. Dice - super partes- "Ogni giorno che passa il proseguimento dell'era berlusconiana porta sempre di più il Paese verso la catastrofe". Per fortuna non tutto il Paese: si salva l'Einaudi di Berlusconi che così può pagare anticipi e diritti di autore ad Asor Rosa. Al 32° minuto nel finto studio sulla luna la Berlinguer chiede anche a me cosa pensi. Inizio a dire una cosa su Gianfranco Fini e sulle sue eterne giravolte. Inizio a citare un caso, la Berlinguer mi toglie la parola e fa subito replicare Urso. Io non posso controreplicare. Provo più volte a dire qualcosa e a chiedere di intervenire, ma non ho l'audio. Prima di me ha parlato Giannini. Fanno un giro di opinioni, poi un secondo giro. Tocca a Giannini. Dice cose su cui viorrei dire la mia, chiedo la parola. Non ho microfono e la Berlinguer non m i considera più. Devo stare lì muto (vietato parlare criticamente di Fini: è il nuovo idolo di TeleKabul) a fare la foglia di fico della loro par condicio? Ma chi me lo fa fare? Mi alzo e me ne vado. E' scortese, pazienza. Ho sbagliato io ad accettare l'invito. Ma ora lo so.

La vera storia della casa di Rosy Bindi

Martedì 2 novembre a Ballarò mi è capitato di ricordare a Rosy Bindi che della privacy dei politici si fa uso e consumo a seconda delle convenienze. Non deve averne Silvio Berlusconi, ma quando mi è capitato di occuparmi di come proprio Rosy Bindi avesse ottenuto una casa dietro piazza del Popolo dall'Inail nel 2000 comprandosela poi nel 2006 aprofittando delle cartolarizzazioni del ministero dell'Economia, mi sono trovato di fronte al muro della privacy. Con fatica ho scoperto poi il prezzo di acquisto- 421 mila euro- che era assai inferiore a quello di mercato dell'epoca (739.810 euro secondo la valutazione di Stima-Cerved). La Bindi si è indignata perchè lei non sarebbe accostabile al caso di Claudio Scajola. E in effetti non lo è. Ha fatto di meglio. Perchè i politici prima lottizzano l'Inail, poi invece di aderire a un bando come fanno tutti i cittadini, chiedono ai manager lottizzati di triovargli una casetta in centro di Roma a poco prezzo a due passi dalla Camera. E quando è il momento buono l'acquistano anche con un meraviglioso sconto. Naturalmente così passano davanti a chi ne avrebbe più bisogno. Chissenefrega. Per altro la Bindi passò davanti anche a un collega deputato, Vincenzo Zaccheo, oggi finiano. Che se la prese talmente da volere riempire di pugni il manager Inail che aveva favorito la Bindi. Come racconta lo stesso Zaccheo nella telefonata che potete sentire tutti nel file audio video allegato... Buon ascolto