
Sull'onda del caso
Ciarrapico e spingendosi a una di quelle affermazioni apodittiche che mai si devono fare, tanto meno in politica, Dario
Franceschini aveva sfidato chiunque a trovare un nostalgico del fascismo in lista con il
Pd di Walter
Veltroni. E ha perso la scommessa: c'è un fascista dichiarato, coordinatore nel Lazio di Alternativa sociale, partito di
Alessandra Mussolini. Si chiama Paolo
Arcivieri e corre per il
Pd nel municipio VI di Roma-. L'ha pizzicato nelle liste depositate E polis, raccontando anche i sette mesi di galera che
Arcivieri si è fatto nel 2006 non per apologia di fascismo ma per l'inchiesta sugli
irriducibili della Lazio che ricattavano il presidente Claudio
Lotito. Ora la candidatura, pare dovuta alla ex Margherita e a Giulio
Pelonzi, consigliere comunale
rutelliano di fede laziale, crea imbarazzo. E si sostiene che se anche eletto
Arcivieri rifiuterò l'incarico. Ma come è finito in quel posto? E quale controllo c'è sulle liste in casa
Pd?
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