Littizzetto, Luciana si inventa una seconda vita da palazzinara

Il suo primo mattone l’ha conquistato quattro giorni prima di compiere il ventesimo anno di età. Fu quel 25 ottobre 1984 che la signorina Luciana Littizzetto, “nubile, insegnante” firmando l’atto di acquisto dalla signora Antonietta Luigia Darbesio in Ceschi, casalinga, scoprì la sua vera vocazione: quella immobiliare. Era un semplice box auto, in via San Donato a Torino, a due passi dalla latteria gestita tutta la vita dia genitori. Ma era solo l’inizio. Otto anni dopo, nel 1992, altro box auto. E poi gli affari veri. Oggi la Littizzetto non insegna più. In compenso è proprietaria di 10 fabbricati a Torino, uno nella collina torinese in quel di Gassino (è l’ultimo suo acquisto, nel novembre 2009), uno nella natìa Bosconero, sempre provincia del capoluogo piemontese e uno a Milano. In tutto 14 fabbricati, ed è un patrimonio già da agenzia immobiliare. Certo, la spalla destra di Fabio Fazio in “Che tempo che fa”, la sua vocazione l’ha costruita anche grazie a un altro mestiere, assai più redditizio dell’insegnamento: quello di attrice comica. Grazie alla Rai che l’ha trasformata in una stellina del suo terzo canale, è diventata una delle principali protagoniste dello show business. Libri, spot pubblicitari, film, spettacoli tv. A differenza dei suoi colleghi e amici di Zelig (con cui iniziò) specialisti nel cuore a sinistra e portafoglio a destra, Luciana ha corretto la rotta: ora è cuore e portafoglio rigorosamente a sinistra. Rai Tre contribuisce non poco al suo reddito, ma soprattutto è stata il volano per farle avere contratti altrove (come quelli degli spot). Fatto sta che già nel primo anno di Che Tempo che fa la Littizzetto è arrivata fra i primi 500 contribuenti di Italia. Reddito da 1.824.084 euro, 11 mila più dell’allora manager di Mc Donald’s, Mario Resca, 13 mila più di Santo Versace e davanti perfino a il re delle carni Luigi Cremonini (22 mila euro meno di Luciana), all’industriale Vittorio Merloni (24 mila euro in meno) e al superprofessore Umberto Veronesi, che doveva accontentarsi di 1.784.502 euro. L’ex insegnante insomma ha fatto carriera, e si può capire come oggi sia blindato in Rai il suo contratto non intaccato (a differenza di quello di Fazio) nemmeno da uno spiffero. Con i soldi guadagnati Luciana si è potuta così dedicare alla passione che la prese così giovane: quella per gli investimenti sul mattone. A Torino, città a cui è restata legatissima, ha immobili un po’ dappertutto: in via Cavalcanti, in corso Quintino Sella, sulla collina. Ma il suo interesse principale è stato per la cosiddetta precollinare: in via Villa della Regina ha messo a segno anno dopo anno un colpo immobiliare dietro l’altro, comprando appartamenti in vari numeri civici sempre da privati. Trattative fatte in solitaria salvo in un caso, in via Colombini, dove l’acquisto dal proprietario precedente, la Operfin 90 srl è stato condiviso al 50% con Davide Graziano, autore della colonna sonora di “Ravanello pallido”, esordio di Luciana come sceneggiatrice. Nonostante la disponibilità economica, solo nel 2006 la Littizzetto ha voluto sbarcare come immobiliarista anche nel paese da cui proveniva la sua famiglia. E ha acquistato una casetta a Bosconero dalla Vibi costruzioni srl battagliando all’inizio perché fosse tolta l’ipoteca da 2 milioni dovuta a un precedente mutuo con Unipol banca. Ma poi tutto è filato liscio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

beh almeno una che non evade il fisco