Santoro, da Servire il Popolo a Servire i pm...

Eccolo il leader che non c’era del partito che c’è più di tutti. Si sono trovati a Trani, Michele Santoro e il partito dei giudici. A “Michele chi?”, che in venti anni le ha provate tutte o quasi, mancava il partito della vita. Le toghe rosse erano prive di un vero leader. Sì, c’era Marco Travaglio, il giornalista più coccolato dalle procure, ma lì mancava la stoffa per l’avventura. Bravo ragazzo, solo che con la politica c’azzecca poco. Che meraviglioso incontro a Trani! Il tribuno televisivo insediato a vita nei palinsesti Rai per decisione giudiziaria di fronte all’ultima leva dei pm che impazziscono per la ribalta del piccolo schermo. Michele già calato nella parte, sotto braccio il faldone dei faldoni, quello che può fare aprire altre mille inchieste, centinaia di intercettazioni, mettere a soqquadro il Parlamento, fare ballare il settimo piano della Rai, rivoltare come calzini Autorità di garanzia, commissioni di vigilanza, maggioranze e opposizioni. Il matrimonio atteso da una vita. Perfino per uno come Santoro, svezzato dai maoisti di Servire il popolo che ai giudici avrebbero volentieri appiccato il fuoco. Poi cresciuto nella Telekabul di Alessandro Curzi e Angelo Guglilemi, da cui si è smarcato in fretta in cerca della piazza di cui diventare capopolo. Samarcanda, Il Rosso e il Nero, Temporeale, la fuga in braccio al nemico (Moby Dick su Mediaset), Il Raggio verde, Sciuscià, Annozero. Animale televisivo ma soprattutto politico in cerca della piazza della sua vita. Qualche giro di valzer ( e di Valter) con il pci-pds-ds-pd che lo ha portato perfino a Strasburgo. E l’attrazione per compagnia dell’antimafia, girotondi, bandiere arcobaleno, grillini dell’antipolitica, fazzoletti viola. Sempre inquieto, perché alla fine mai nessuno si è fidato di lui, l’ha voluto fino in fondo. Salvo il periodo dorato a Mediaset e – ironia della sorte- l’epoca gloriosa con i superpoteri affidatigli da Letizia Moratti nella prima Rai del centrodestra, Santoro non è riuscito a digerirlo mai nessuno dei manager delle aziende in cui lavorava. Qualcuno l’ha preso di petto, ed è andata male: toccare Michele chi? è come mettere le mani bagnate su fili scoperti della luce: si resta fulminati. E quando il poveretto se ne accorge troppo tardi, agonizzante a terra, manca ancora il colpo di teatro finale, quello che renderà chiaro a tutti come quello a terra sia il carnefice, e l’immacolato Santoro la povera vittima della prepotenza altrui. Uno così era proprio predestinato a diventare il leader naturale del partito dei giudici. Hanno lo stesso dna. Li sentite da anni? Hanno scagliato frecce, bombe a meno, scud sempre contro lo stesso bersaglio. E se quello prova a difendersi, ad alzare almeno uno scudo a protezione, le parti si invertono: diventa lui l’invasore e i poveri magistrati gli assediati. Certo a Trani avevano le idee un po’ confuse. In questi giorni anonime fonti giudiziarie dal sen sfuggite avevano sparacchiato un po’ di tutto. Berlusconi indagato anzi no. Berlusconi, Minzolini e Innocenzi indagati per concussione. Solo uno. No, due. Macchè, tutti e tre. Smentisco tutto, Minzolini non è indagato. Che avete capito? E’ indagato sì, ma in un altro contesto. Interdetto Berlusconi dai pubblici uffici. Ma no, interdetto Minzolini. O Innocenzi? O forse interdetto a tutti l’uso dell’American Express. Beh, un po’ di caos c’era laggiù. Forse il pm, Michele Ruggiero, era troppo giovane. Si era distratto pensando a villetta e terreni appena donati dai genitori a due passi dal lungomare di Bari. Ma ora niente paura. E’ arrivato a Trani il procuratore capo, anzi il capo dei procuratori. Ci pensa Santoro a dare una dritta all’inchiesta, a farle fare il salto di qualità. Con il suo faldone di carte subito segretate ha reso inutile il viaggio degli ispettori di Angelino Alfano, ormai un passo indietro rispetto agli eventi. Ha già ottenuto la generosa protezione del Csm, che ha blindato l’inchiesta contro i diritti assegnati dalla Costituzione al ministro della Giustizia. La rivoluzione è già iniziata. L’ex leader di “Servire il popolo”, neo fondatore di “Servire i pm” è già lì, sulle barricate.

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