Immobiliarista, come tutto
il resto della famiglia, grazie alla Wind Rose International finita ora al
centro della battaglia legale con Luciano Gaucci. Avvocato dopo essersi laureata
in giurisprudenza, anche se ha esercitato la professione poco o nulla. Showgirl
grazie a qualche buona entratura in Rai, ma dopo qualche programma è finita
l’avventura lasciando nella tv di Stato spazi ben più redditizi al fratello
Giancarlo e a mamma Francesca. Fra le tante strade professionali tentate da
Elisabetta Tulliani ce ne è anche una che è finita quasi sul nascere: quella
della giornalista. Ne resta traccia fra l’estate e l’autunno del 2006
nell’archivio (che è anche on line) del quotidiano Il Tempo, all’epoca diretto
da Gaetano Pedullà. La
Tulliani desiderava, dopo l’iscrizione all’ordine degli
avvocati, anche quella all’ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti. E iniziò
la collaborazione, specializzandosi in economia e finanza. Poi scrisse qualche
articolo di cronaca e perfino uno di politica, proprio quello su cui scivolò
scatenando perfino il cdr del quotidiano e dovendo infine interrompere la sua
collaborazione. La
Tulliani non scriveva in redazione (nessuno ne ricorda
l’assidua presenza), ma fra settembre e ottobre di quell’anno sfornò articoli a
ripetizione. Apparvero con la sua firma- necessaria per raggiungere l’agognato
tesserino da pubblicista- ma non sempre erano farina del suo sacco. L’11 ottobre
2006 apparve ad esempio su Il Tempo un articolo della Tulliani sull’inchiesta
delle Iene a proposito dei deputati che facevano uso di droga. Titolo:
“L’associazione Polo tecnico vuole sapere chi sono i pusher degli onorevoli-
Esposto alla procura di Roma per fare aprire un’inchiesta”. Il testo però è
identico, parola per parola, perfino nella punteggiatura, a un dispaccio
dell’Ansa delle 19.02 della sera precedente dal titolo “Droga: Iene; Polo
tecnico, esposto per permettere l’inchiesta”. Un piccolo plagio, perché senza un
minimo di editing redazionale sui giornali non si dovrebbe firmare con il
proprio nome il lavoro fatto da altri. Ma nessuno se ne accorse. Nonostante
l’incidente di quel giorno non fosse né il primo né l’ultimo: la Tulliani aveva il vizietto
di appropriarsi del lavoro altrui mettendovi impropriamente il suo timbro in
calce. Il 27 settembre stesso incidente
nella sezione economia del quotidiano romano. Articolo sull’indagine Ue per i
trasferimenti dello Stato italiano alle Poste. Il testo è firmato Elisabetta Tulliani, ma è identico,
senza modifica nemmeno della punteggiatura, al dispaccio Ansa delle 17,42 del
giorno precedente, siglato Cao. Anche in questo caso appropriazione del lavoro
altrui. Stesso incidente il 18 settembre 2006. Su Il Tempo esce un articolo
della Tulliani sullo sciopero degli avvocati contro il decreto Bersani sulle
liberalizzazioni. Lei- pur tentando la strada da giornalista- è già avvocato, e
la materia dovrebbe ispirarla. Ma nell’articolo pubblicato a sua firma non c’è
nemmeno un aggettivo scelto dalla giornalista in erba: si tratta come sempre
della copia precisa alla virgola del dispaccio Ansa delle 15,43 del 17
settembre, titolato “Competitività: avvocati, al via settimana di sciopero”,
siglato FH-NM. Un paio di giorni prima, il 15 settembre, solito metodo. Sul
Tempo è uscito a firma Tulliani il dispaccio dell’Ansa sulle acquisizioni di
Unipol mandato in rete alle 18,24 della
sera precedente. Stesse parole, stessa punteggiatura, ma diversa fatica:
la Tulliani
ha copiato solo metà del dispaccio Ansa. Poi ha messo un punto e l’articolo si è
interrotto sul più bello (o forse è uno scherzetto fattole in redazione). Cerca
che ti cerca, salta fuori anche un articolo della Tulliani di cui non si trova
traccia negli archivi delle varie agenzie di stampa. Potrebbe essere davvero un
Gronchi rosa, l’unico dove l’avvocato e futura compagna del presidente della
Camera potrebbe avere messo farina del suo sacco. E’ un articolo di politica,
fra l’analisi e il commento. I nomi sono diversi, ma se si cambiassero, potrebbe
essere scritto oggi. “Pierferdinando Casini è riuscito laddove neanche Prodi
sarebbe riuscito. E’ bastato il suo ennesimo attacco alla leadership di
Berlusconi per ricompattare Forza, An e Lega. Tutti contro l’Udc. Mercoledì a
Pesaro, parlando con i suoi prima di partecipare alle feste dell’Unità, il
leader dell’Udc non aveva usato metafore: ‘Non vogliamo vivere e morire con
Berlusconi’. Ieri- puntuali- sono arrivate le reazioni. Non quella di Silvio
Berlusconi che ha trascorso l’intera giornata insieme a Umberto Bossi in
Sardegna…”. Sembra una premonizione di quel che si vede. All’epoca Casini, ora
Fini. E in entrambi i casi Berlusconi e Bossi insieme a fine estate in una villa
del Cavaliere. Analisi politica perfino raffinata, quasi da fare dimenticare
l’evidente violazione del diritto d’autore fin lì perpetrata ai danni dei poveri
redattori dell’Ansa. Ma anche quella non
era farina del suo sacco. A distanza di anni resta ancora un giallo. Perché
quell’articolo era stato scritto da una delle prime firme interne de Il Tempo.
Ma fu pubblicato con la firma di Elisabetta Tulliani. Se ne accorse l’autore,
che protestò. Insorse il cdr chiedendo spiegazioni. La questione fu risolta
all’interno e da lì a poco fu staccata la spina alla fotocopiatrice Tulliani,
mettendo fine ai sogni da pubblicista. Nella redazione il caso avvelenò il
rapporto con il direttore, con un braccio di ferro che da lì a poco sarebbe
costato la poltrona a Pedullà, che si è rifatto conquistando la direzione di un
polo tv interregionale della famiglia
Caltagirone.
2 commenti:
Caro Bechis, strano che queste notizie, piuttosto "significative", e vecchie di 4 anni, le dia solo ora, che è in atto il "trattamento Boffo"... Perchè non le ha mai date prima?
P.S.: Ho appena letto questa sua vecchia intervista: la conferma o la contesta?
http://www.melba.it/csf/articolo.asp?articolo=29
Confermo intervista. Quanto all'articolo, i fatti sono inediti e li ho appresi solo ora... Certo, e' una curiosità . Ma sono al lavoro su inchieste serie (tangenti). E spero di arrivare prima io dei magistrati.
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