DA ITALIA OGGI IN EDICOLA/ La Forleo lapidata

Il giudice Clementina Forleo non ne ha fatta una politicamente corretta. Ha graziato un gruppo di marocchini accusati di terrorismo nell'Italia governata dal centro-destra e nel mondo si mandavano dietro le sbarre senza troppi complimenti tutti i sospettati. Ha terremotato con l'inchiesta Unipol il vertice dei Ds non appena questi sono arrivati al governo. Ha accusato magistrati e carabinieri, irritando tutte le istituzioni possibili. Quando a difenderla è rimasto solo Antonio Di Pietro, lei è andata a denunciare tutti affidando le sue pene a un pm di Brescia, Fabio Salamone, il magistrato che perseguì per anni proprio Di Pietro. Non è un giudice di mondo, la Forleo. Per questo la stanno facendo fuori. Nello straordinario documento dell’audizione della Forleo davanti al Csm c’è tutto il processo che da destra e sinistra si intenta alla Forleo. Un giudice rompiscatole, che riscuote scarsa simpatia. Ho provato a cercare fra gli atti del passato, e non ho trovato tanto accanimento nei confronti di un collega da parte del Csm. Mai visto un processo tanto repentino in tutta la storia della giustizia italiana. Dal tono delle domande, dalla raffica delle contestazioni dei suoi inquisitori sembrava non si volesse perdere più tempo nel liquidare una pratica il cui destino era scritto stelle. Via la Forleo, e applausi bipartisan. Lei di fronte all’Inquisizione sembra un giudice ragazzina, con i nervi che cedono, le osservazioni un po’ ingenue, il timore e tremore, la assoluta non dimestichezza con la procedura. Ma bisogna mettersi nei suoi panni. Anni di minacce alla sua famiglia, lettere minatorie che prevedono la morte dei genitori, case bruciate, telefonate anonime. Tutti- magistrati, forze dell’ordine, politici dell’uno e dell’altro fronte che fanno spallucce e prendono le distanze. Non era mai accaduto così nei confronti di un magistrato. E i precedenti si riferiscono ad altro tipo di giudici ragazzini: isolati e poi falcidiati dalle raffiche di mitra della mafia. Se davvero la Forleo non è magistrato equilibrato o addirittura è attraversata da follia, allora chi ha permesso che diventasse giudice? Perché la si è applaudita quando ha sgominato i furbetti del quartierino? Ieri ero a una trasmissione tv con una prodiana doc, la senatrice Marina Magistrelli. Elencando le buone cose fatte del governo citato i 90 milioni sequestrati a Fiorani e trasformati in buoni asili. Le ho fatto notare che stavano per dare un calcio nel sedere a chi aveva sequestrato quelle somme. Mi ha risposto: “Non noi. L’organo di autogoverno della magistratura...”. In quella frase c’è tutta l’ipocrisia della classe politica italiana. E un buon motivo per stare dalla parte del giudice ragazzina... P.S. Su Italia Oggi in edicola il 5, il 6 e il 7 dicembre il testo integrale dell'audizione di Clementina Forleo davanti al Csm. Qui di seguito, nel primo post è allegato il testo pubblicato nei giorni 5 e 6 dicembre

5 commenti:

Bechi'sblog ha detto...

Vi posto il testo dell'audizione a puntate. Eccolo


PRESIDENTE LETIZIA VACCA- Buona sera dottoressa Forleo, io sono Letizia Vacca, Vicepresidente di questa Prima Commissione. Come vede la Prima Commissione è al completo tranne il Presidente che è lontano per motivi istituzionali e ci sono altri Consiglieri che via via, se vorranno intervenire, le presenterò. Come le è noto noi abbiamo chiesto questa audizione esplorativa in merito alle sue ripetute dichiarazioni di essere oggetto di minacce ed intimidazioni provenienti da non precisati esponenti istituzionali. Nelle sue interviste agli Organi di Stampa più volte ha ribadito di avere subito intimidazioni da parte di Magistrati e Forze dell'Ordine. Non sto a darle gli estremi degli articoli comparsi sulla stampa e delle sue dichiarazioni anche nel corso di trasmissioni televisive e, quindi, la pregherei di volerci fornire elementi più precisi sia sulle circostanze di fatto, sia sui nomi delle persone che ritiene implicati in queste vicende.
CLEMENTINA FORLEO- Grazie. Posso iniziare? Io ho partecipato a due trasmissioni televisive, che considero un'unica trasmissione, e si tratta delle due puntate di Annozero: una del 4 ottobre e una del 24 ottobre scorso. Considero parte di un'unica trasmissione perché concerneva lo stesso caso, il famoso caso De Magistris. A seguito di dichiarazioni, di contestazioni anche apparse sulla stampa, io mi sono rivista queste puntate sia sui siti Internet, poi mi sono fatta mandare anche i dvd a casa, e non ho riconosciuto in queste trasmissioni televisive nelle mie affermazioni frasi che mi erano state messe in bocca dai giornali, da media di altro genere. In che senso? L'unica affermazione che io ho reso e che posso documentare è quella nell'ultima parte della seconda puntata della trasmissione Annozero (_) Io davo lettura di una missiva che mi era pervenuta da un cittadino che non conosco in cui mi diceva: «Dottoressa, non le faccia paura quel proiettile, ma le facciano paura i proiettili che arrivano dai Palazzi del Potere». A quella domanda, che è l'unica- io me le sono viste - io dicevo che ero stata il giorno prima nella caserma di via Moscova, presso i carabinieri di via Moscova (a seguito sempre di quel proiettile) avevo reso delle dichiarazioni spontanee concernenti degli episodi che potevano avere inquinato la mia serenità e la mia sicurezza, intesa non come sicurezza in senso fisico, ma come sicurezza e serenità come immagine. Va bene? Quindi solo questo avevo risposto, dicevo effettivamente che in quelle dichiarazioni- senza fare nomi e senza offendere l'onore e il decoro di nessuno- avevo parlato di Magistrati e di esponenti delle Forze dell'Ordine.
PRES. VACCA- Scusi, credo di non avere capito perfettamente. Perché le riporto dichiarazioni virgolettate riportate proprio così, per esempio Corriere della Sera, 26 ottobre, al di là di Annozero, che ho visto_
FORLEO- No, quelle di Annozero- mi scusi Vicepresidente - se vogliamo parlare di quelle dichiarazioni le posso fornire del materiale riguardo sia le dichiarazioni da me rese ai carabinieri di via Moscova, sia altro materiale a riprova – ovviamente - perché ci sono stati dei seguiti che mi hanno amareggiato come magistrato e come cittadino, dei seguiti apparsi proprio virgolettati non smentiti sia da parte purtroppo dei vertici dell'Arma - non meglio identificati - sia da parte di alcuni colleghi che_
PRES. VACCA- Aspetti un momento, cerchiamo di andare per ordine, poi passiamo ai carabinieri. Le leggo questa dichiarazione riportata nel Corriere della Sera, 26 ottobre 2006: «Sono stata vittima di tentativi di delegittimazione e discredito da parte di soggetti istituzionali che non appartengono al mio ufficio e anche da appartenenti alle Forze dell'Ordine» (_) Va bene, lasciamo perdere i titoli che, naturalmente, non sono di sua mano, però «Ho subito intimidazioni da magistrati di un altro ufficio» riportato su Il Messaggero sempre del 26 ottobre questa volta fra virgolette (_) Da queste sue dichiarazioni viene costruito un teorema, che non so se appartenga anche alla sua idea, su una pressione nei suoi confronti a seguito del fatto che lei ha menzionato personaggi della politica. I nomi sono noti, per esempio Fassino e D'Alema: nel suo provvedimento di trasmissione della pratica sulla Unipol viene costruito un teorema - è inutile che ci nascondiamo- per cui ci sarebbe un rapporto fra la sua menzione di questi nomi politici ed una attività di intimidazione e minacce nei suoi confronti da parte di magistrati non del suo ufficio e da parte di Forze dell'ordine. Allora (_) io chiedo a lei se condivide questa idea e quali sono i fatti precisi e le persone che l'avrebbero fatta oggetto di intimidazioni e minacce.
FORLEO- La ringrazio. I giornali-come lei mi insegna- possono dire, possono virgolettare quello che vogliono e posso fare vari esempi. Le confermo le frasi unicamente riferite su quella prima parte che lei mi ha letto del Corriere della Sera perché sono identiche e sono successive di un giorno o di due giorni a quella puntata di AnnoZero di cui io ho riferito. Parlavo di tentativi di delegittimazione, di denigrazione provenienti da magistrati del mio ufficio - non del mio ufficio, mi scusi - e da esponenti delle Forze dell'ordine_
PRES. VACCA- Chi sono?
FORLEO- Ecco_ chi sono? (_) Ieri sono stata sentita dall'autorità giudiziaria di Brescia a cui ho reso delle dichiarazioni (_) Io ho segnalato – ed infatti il pm di Brescia è rimasto sorpreso del fatto che non fossero state trasmesse, non so per quali motivi - a Brescia che c'erano state varie, numerose, missive minatorie al mio indirizzo prima che mi pervenisse il proiettile e questo sin dai tempi in cui venivo ad essere assegnataria del procedimento concernente le note scalate. Non posso evidentemente dire chi sia il mittente di queste missive perché erano anonime (_) Queste lettere minatorie venivano - una delle quali purtroppo preannunciava la morte dei miei genitori che avvenne dopo qualche mese per un evento fortuito, per una tragica fatalità. Questo evento fu seguito da un'altra missiva che è sempre agli atti- li ho portati- in cui si diceva «Hai visto come sono morti i tuoi genitori_».
PRES. VACCA- Sempre anonimo?
FORLEO- Sì, sempre_ (_) si diceva: «Hai visto come sono morti i tuoi genitori, adesso la stessa sorte toccherà a te e a tuo marito». (La Forleo racconta nel dettaglio le vicende delle minacce subite dai suoi genitori, degli incendi e distruzioni delle loro proprietà_ Poi ricostruisce le indagini avviate dal procuratore Santacaterina sull'incidente in cui avevano perso la vita i suoi genitori- si pensò sulle prime a un sabotaggio dell'auto- e i difficili rapporti fra la stessa Forleo e il tenente dei carabinieri Pasquale Ferrari, addetto alla sua sucurezza quando si recava in zona e titolare delle indagini dell'inchiesta sui genitori. La Forleo contesta la qualità di quelle indagini e racconta di una sua telefonata burrascosa con il tenente del 19 maggio 2007. La Forleo rivela anche l'esistenza di una lettera anonima su “morti sospette avvenute nell'ambito delle famose scalate, in particolare di persone vicine a Ricucci e company_”. Si illustrano anche le denunce fatte contro ignoti per le minacce ricevute- La Forleo rivela che il 5 settembre la stampa locale pugliese- un giornale che si chiama Senza Colonne- pubblica la denuncia contro di lei del tenente Ferrari, inondando i paesi di locandine- Il testo integrale della denuncia verrà pubblicato nei giorni successivi sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Il tenente si sentiva offeso per la famosa telefonata di maggio e denunciava il gip al Csm. La Forleo chiede spiegazioni ai suoi superiori a Milano (il Pg Blandini) e ai magistrati pugliesi. Il comandante generale dei carabinieri successivamente ha chiesto a Ferrari di rimettere la querela. La Forleo- informata dal prefetto di Brindisi, Lombardi, non accetta la remissione. Lombardi avrebbe rivelato alla Forleo che il tenente era stato incitato a querelarla da due magistrati pugliesi, ndr)
ANEDDA (cons. Csm)- Lei si ricorda le domande che le ha fatto la dottoressa Vacca?
PRES. VACCA- Lasciala finire, ti prego.
FORLEO- Non ho capito.
ANEDDA- Le ho chiesto se lei si ricorda le domande che le ha fatto il Presidente.
PRES. VACCA- Volevo arrivare alla fine, scusa.
ANEDDA- Siccome vedo che si infastidisce ad ogni stormir di fronda_
FORLEO- Non ho capito
PRES. VACCA- Non si preoccupi, continui.
FORLEO- Che è successo?
PRES. VACCA- No, no, sto aspettando che finisca_
FORLEO- Non ho capito la domanda del_
ANEDDA- Siccome lei si infastidisce ad ogni stormir di fronda, allora_ e sta parlando da parecchio tempo in maniera che nel mio paese- che è un paese di sgarbati, si dice “portare il cavallo al pascolo”, cioè non rispondere, la domanda che le ho fatto è: lei ricorda le domande che le ha fatto la professoressa Vacca?
FORLEO- Sì, quali magistrati erano_
PRES. VACCA- Sì, vada avanti perché sto aspettando anch'io che arrivi al punto finale.
FORLEO- Posso produrre la mia_
PRES. VACCA- No, no, la prego, continui_
FORLEO- Non ho capito il cavallo_
PRES. VACCA-_ la sua esposizione per vedere_
FORLEO- Va bene (Racconta gli incontri con il legale del tenente- che era stato legale anche dei suoi genitori- per l'eventuale remissione della querela denuncia nei suoi confronti. Il legale, avvocato Ristetti, le rivela i nomi dei due magistrati che avevano spinto il tenente dei carabinieri a denunciarla: il dr. Santacaterina e il dr. Negro- che lei non conosceva. A dire dell'avvocato Ristetti quella querela serviva a darle “una lezione”. Si arriva al 23 ottobre e alla sua denuncia ai carabinieri di via Moscova. Il racconto prosegue- ndr) _ Due giorni dopo, il giorno in cui ricevo il Premio Borsellino insieme ad altri colleghi, apparve su la Repubblica che io non solo avevo reso queste dichiarazioni, ma una notizia alterata ad arte, nel senso che si diceva (_) che il giorno prima c'ero rimasta quasi quattro ore riempiendo otto pagine e mezzo di dichiarazioni spontanee già inviate alla procura di Brescia, che ha ascoltato la Forleo. Praticamente un articolo che conteneva degli elementi veri- quindi non era frutto della fantasia della giornalista- ma che erano alterati ad arte. Quindi produco anche questo documento. Dopodiché io_
PRES. VACCA- Mi scusi, alterati ad arte in che senso?
FORLEO- Nel senso che mentre io lì avevo riferito di questo chiamamolo concorso per denigrarmi e quindi per darmi questa lezione, etc_, lei non vi faceva riferimento, anzi, diceva che io ce l'avevo con questo tenente perché non aveva indagato sulla morte dei miei genitori (_) A quel punto io ho chiamato da Pescara- dove mi trovavo- il colonnello Bolognini, che aveva recepito le mie dichiarazioni spontanee, e dicevo «Colonnello, mi scusi, ma quelle dichiarazioni dove sono, dove si trovano?». Il Colonnello mi disse: «Guardi, dottoressa, queste sue dichiarazioni sono in cassaforte. Io ho comunicato solo la sussistenza- chiaramente perché ero lì presente quel giorno - il fatto che lei è venuta qui a rendere delle dichiarazioni però non ho assolutamente comunicato a nessuno il contenuto delle due dichiarazioni, le ho solo trasmesse a Brescia». Ho detto «Colonnello, mi dispiace, però in questo articolo di giornale c'è scritto (_) che la giornalista in questione li ha appresi dagli ambienti di via Moscova». Per cui mi allarmai un attimo. A questo punto decisi (_) di rinunciare alla misura di protezione in corso (_) Mi ha amareggiato, credetemi, il fatto che dei colleghi di vario orientamento (_) mi hanno accusato di avere violato canoni di riserbo quando questa denuncia doveva essere nella cassaforte dei carabinieri e certamente non l'ho potuta dare io alla giornalista (_)
PRES. VACCA- Va bene, ho capito.
FORLEO- Io produco tutta questa documentazione.
PRES. VACCA- Sì, ho capito, però io continuo a non capire il punto di partenza, perché continuo a non riuscire a collegare questa vicenda- che riguarda i suoi rapporti con i carabinieri di Brindisi- le sue lamentele e lagnanze nei confronti di codesti carabinieri che non hanno eseguito indagini accurate, con il ragionamento sulle intimidazioni e le pressioni da parte di magistrati e forze dell'ordine in rapporto alle sue inchieste_ chiamiamole delicate. Dalla sua esposizione non c'è nessun rapporto!
FORLEO- No, io non ho parlato agli organi di stampa. Mi scusi, professoressa, l'audizione di oggi concerne dichiarazioni da me rilasciate ad organi di stampa e televisivi. Io non ho mai- dico mai - poi ognuno ovviamente si assume le sue responsabilità - detto ad organi di stampa, né a programmi televisivi- se si acquisiscono le registrazioni le possiamo appunto vedere_
PRES. VACCA- Beh, le ho viste e ho ragionato sul contesto di quelle trasmissioni, mi scusi.
FORLEO- Cosa?
PRES. VACCA- Perché lei avrebbe dovuto- in questo caso- prevedere che il contesto di quelle trasmissioni poteva, in qualche modo, suggerire delle situazioni di interferenza fra i cosiddetti poteri forti- per intenderci poteri politici- e la sua attività di magistrato, e questo mi pare molto grave, perché è questo che è stato molto allarmante. Io da cittadino.- non da membro del Csm- che guardavo quelle trasmissioni, sono rimasta molto colpita per non dire allarmata e mi sembra che questo collegamento, di cui parlavamo all'inizio, diciamo inchieste scomode- per semplificare- e pressioni e intimidazioni possa essere alquanto fuorviante anche alla luce delle sue dichiarazioni di oggi.
FORLEO- Ripeto che di pressioni e intimidazioni io alle trasmissioni televisive non ho parlato. Me le sono riviste, se le vogliamo rivedere sono disponibile. Se lei mi parla di contesto dal quale si poteva ricavare questo io posso dire che alla seconda trasmissione era presente anche il dottor Ingroia, che ha affermato le mie stesse dichiarazioni in occasione, successivamente, ad un intervento del professor Grevi. Il dottor Ingroia (_) fece proprio presente questo, a proposito di poteri occulti e di chi tocca i poteri forti a seguito di una dichiarazione del professor Grevi. Quindi anche il dr. Ingroia fece le mie stesse osservazioni (_) Quindi io in quella trasmissione non ho fatto riferimento ad intimidazioni e pressioni provenienti da magistrati ala mia persona, di intimidazioni o di pressioni riferire ad ambienti istituzionali né in programmi televisivi, né in organi di stampa.
PRES. VACCA- Io ho finito. Volevo solo che lei mi confermasse che questo collegamento è frutto di una forzatura da parte dei giornalisti.
FORLEO- Giornalisti_ parliamo di giornalisti della stampa che mi ha letto? Sì, sì, una forzatura perché io non ho mai parlato, ho solo riferito, a meno che poi non si voglia_ Ieri ho riferito circostanze di rilievo penale di altro tipo al dottor Salamone ed il dottor Salamone mi ha detto che se fossi stata interpellata su questo oggi (_) trattandosi di fatti secretati o comunque di fatti sui quali era opportuno fare delle indagini, sarebbe stato questo Consiglio a richiedere all'autorità giudiziaria di Brescia il relativo verbale. Siccome sono nuova a questo tipo di situazioni non
PRES. VACCA – C’è qualcuno che desidera fare le domande alla dottoressa? Il professor Volpi.
VOLPI – All’inizio delle sue dichiarazioni lei ha citato una lettera che avrebbe ricevuto, non so se anonima o firmata, ma questo è secondario, nella quale mi pare che si esprimesse una sorta di solidarietà nei suoi confronti a proposito del proiettile da lei ricevuto scrivendo che sono molto più pericolosi i proiettili che provengono dai palazzi del Potere.
FORLEO – Dopo il proiettile, sì.
VOLPI – Esatto. Ora, io le domando: visto che questa lettera l’ha ricevuta lei, e che i giornali hanno titolato addirittura con il contenuto di questa lettera, chi è che l’ha riferita alla stampa?
FORLEO – No, no, l’ho letta io, come dicevo alla professoressa Vacca, durante quella trasmissione televisiva, mi dispiace che non abbiamo qui… Ho detto, poco fa: «non mi spaventano i proiettili, mi spaventavano ma fino ad un certo punto i proiettili recapitati in busta…» anche se, ripeto, non lo so se qualcuno di voi li ha mai ricevuti, ma vi posso garantire che non è bello.

VOLPI – Questo Consiglio ha espresso solidarietà nei suoi confronti, come lei sa, per questa vicenda, anche nei confronti di altre persone e di altre autorità istituzionali che hanno ricevuto i proiettili. Tuttavia, io le chiedo: il fatto di citare quella lettera in quella trasmissione televisiva non ritiene che potesse essere interpretato da un telespettatore di media cultura, nel senso di dare credito all’idea che lei avesse ricevuto proiettili metaforici, non reali, dai palazzi del Potere? (...)
FORLEO – I Palazzi del Potere, il potere può essere di vario tipo, possono essere i palazzi del Potere Politico, i palazzi del potere Giudiziario, i palazzi del potere addetto alla sicurezza, quindi io per potere non intendo il potere, non lo so, il servizio segreto.
VOLPI – Nella trasmissione si parlava del potere politico, scusi se la interrompo…
FORLEO – No, si parlava, io precisai…

VOLPI - …e delle responsabilità della politica e del ministro della Giustizia, per essere più preciso.
FORLEO – no, nella seconda parte (...) intervenne subito il dottor Ingroia a dire che, per la sua esperienza, i poteri occulti esistevano eccome, che quindi per un magistrato possono essere pericolose, e lo disse Ingroia, più le intimidazioni e le minacce (...) che non praticamente quelle provenienti dalla busta. (...) Mi rendo conto che sono un magistrato come si sa libero, nel senso che non sono iscritto a nessuna corrente, Faccio il mio lavoro anche prendendo delle decisioni che a volte possono sembrare di sinistra e a volte possono sembrare di destra ed un proiettile in una busta, soprattutto in concomitanza a quello arrivato al dottor De Magistris (...), dopo avere avuto vicende e tragedie personali di un certo spessore, anticipate da lettere profetizzanti, mi ha inquietato, mi ha scosso.

Ripeto, di pressioni e di intimidazioni di cui non ho riferito ad organi di stampa io ho relazionato ieri ampiamente all’Autorità di Brescia la quale (...) mi ha detto che qualora io fossi stata oggetto di queste domande, avrebbe potuto questo Consiglio chiedere e avrebbero loro deciso quale parte omissare e quale parte non omissare. (...) Per quanto concerne poi la trasmissione in questione io volevo precisare che qualche tempo fa, qualche mese fa, il dottore Davigo, che stimo tanto (...) fu presente nella trasmissione Anno Zero quando si parlava di poteri forti di tipo mafioso, in particolare si sentiva il politico Cuffaro, che è indagato, e mi ricordo che il dottor Davigo gli pose delle domande inerenti alla sua attività politica, ai suoi problemi con la Giustizia.

Poi ricordo un’altra trasmissione, più recente, Ballarò, alla quale ha partecipato il dottor Caselli in occasione della vicenda D’Alema quando ancora c’erano queste telefonate che erano state depositate ed ancora io dovevo decidere della loro rilevanza o meno e ricordo benissimo che il dottor Caselli che, ripeto, stimo tanto, (...) ritenne opportuno partecipare a quella trasmissione in cui si parlava di questo caso, di questo procedimento in corso esprimendo anche delle valutazioni sulla rilevanza di quelle telefonate che erano sub iudice.

Io, proprio per questo, in attesa che il Consiglio Superiore della Magistratura o in attesa che una legge o un atto normativo stabilisca quando, dove e chi può partecipare ad una trasmissione anziché all’altra o quali connotazioni il magistrato deve avere per partecipare ad una trasmissione anziché all’altra, non ho ritenuto inopportuno soprattutto perché nella seconda parte c’era il dottor Ingroia presente, una persona stimatissima, che ha detto le stesse cose che ho detto io (...). Se ci sono altre domande sono disponibile a rispondere, grazie.

PRES. VACCA – L’avvocatessa Tinelli aveva chiesto, poi il dottor Pepino.
TINELLI – Sì, dottoressa, buonasera. Mi scusi ma la stampa lei sa che continua, ed era questa almeno la nostra ma anche la mia preoccupazione, proprio per la sua sicurezza: «Forleo: la scorta non serve, mi minacciano le Istituzioni» ed era sempre fra virgolette. Parlo di tutti i quotidiani del 30 ottobre, per cui mi pare che lei abbia detto che nessuno… Scusi se le chiedo questa conferma perché è sempre tutto virgolettato. Poi le chiedo un’altra cosa.
FORLEO – Io non amo fare smentite perché a volte mi hanno consigliato anzi di non fare smentite a meno che non ci siano fatti gravissimi perché le smentite poi possono essere controproducenti. Quella dichiarazione credo che sia stata ricavata dal tenore della missiva con cui io ho formalizzato sia al Procuratore Generale, che al prefetto Lombardi, la mia rinuncia alla scorta. Non si riferiva alle Istituzioni perché io sono un magistrato che crede alle Istituzioni, non sarei qui oggi, crede alla legge, innanzitutto, quindi alle Istituzioni tutte. In quelle lettere dicevo che ero un po’ amareggiata, proprio usavo questa parola, che taluni esponenti delle Istituzioni, facendo nome e cognome, non mi avessero, come dire, aiutato, non avessero solidarizzato con me per affrontare un momento difficile della mia carriera professionale, in questo senso (...)

TINELLI - Quindi, dottoressa (...) lei non è preoccupata, non ha subito pressioni e quindi non è preoccupata per questi motivi?
FORLEO – Io, ripeto, (...) ho parlato di taluni esponenti, alcuni noti sempre dagli atti, alcuni non noti (...) Le pressioni e le intimidazioni, chiamiamole intimidazioni, chiamiamole pressioni, che io ho subito da ambienti istituzionali che hanno, che possono avere -sarà compito dell’Autorità Giudiziaria competente riferire- sono delle cose che ho riferito a Brescia. Per cui, ripeto, siccome il dottor Salomone mi ha detto (...) che qualora (...) voi voleste assumere queste dichiarazioni (...) si possono chiedere a loro e poi loro si regoleranno quali e cosa trasmettervi (...)

TINELLI – Scusi, per concludere, mi sembra di aver capito che c’è un problema sulla sua sicurezza rispetto a delle Istituzioni? Non lo so, perché è difficile anche riuscire anche a capire la sua risposta, diciamo che io ho capito, se ho capito bene che lei non vuole fare nomi o riferire di situazioni perché le ha riferite ai procuratori di Brescia i quali le hanno chiesto di non farlo?
FORLEO – No, non è che mi hanno chiesto, mi hanno detto che siccome…
TINELLI – Scusi, aspetti che voglio riuscire a concludere la mia domanda…
FORLEO – Mi perdoni.

TINELLI - …che è questa (...) le chiedo, dal punto di vista della sua sicurezza personale, visto che qui i giornali oltre a dare conto del fatto che come spiegava lei: «La scorta non mi serve», se a questo punto c’è tranquillità, è sotto controllo questa situazione, il procuratore generale ha fatto, è a conoscenza di tutta questa situazione?
FORLEO – Sì, sia il procuratore generale, che il prefetto, Lombardi, sono a conoscenza. Ho formalizzato, ripeto, per il precedente a me noto e che ho riscontrato, è quello del dottor Nobili, Alberto Nobili della procura di Milano, il quale- dopo aver ricavato da intercettazioni telefoniche di essere addirittura nel mirino di esponenti delle ‘ndrangheta, che stavano organizzando un attentato contro di lui, decise, per motivi suoi personali, di rinunciare alla scorta e mi è stato confermato che è sufficiente formalizzare una rinuncia alla misura di protezione, ognuno si assume poi le sue responsabilità.

Le pressioni di cui ho riferito a Brescia non riguardano la mia sicurezza personale intesa come incolumità fisica. Non credo che io, in questi momenti, corra rischi per la mia vita. A riprova di questo c’è il fatto che fino a pochi giorni fa, cioè fino alla rinuncia della scorta, io ero accompagnata da una macchina, da una semplicissima macchina non blindata da casa all’ufficio e dall’ufficio a casa e poi conducevo una vita regolare, nel senso che andavo in palestra, la sera uscivo (...) portavo il cane fuori senza che nessuno mi seguisse per cui il rischio per la mia vita e per l’incolumità personale, a mio avviso, non è cambiato dopo il proiettile inviatomi.
PRES. VACCA – Mi scusi, dottoressa (...) leggo Il Giornale 29 ottobre 2007, titolo, che, ovviamente, non le è attribuibile, «Unipol, pressioni sul Gip Forleo per tener fuori D’Alema”. Pressioni per non depositare le intercettazioni di D’Alema nell’inchiesta Unipol, etc.» (...) Si legge: «Il 24 ottobre la Forleo ha presentato un primo corposo esposto al Nucleo Operativo dei Carabinieri di Milano (...)». In coda, ed è questo che mi interessa, queste sue parole: «mi riservo, perché non ho al momento raccolto adeguata documentazione, di esporre, prossimamente, alcuni episodi che potrei definire intimidatori o comunque di pressing del mio operato giurisdizionale ad opera di soggetti aventi un ruolo istituzionale: episodi versomilmente connessi all’indagine concernente la scalata Unipol a Bnl». Quindi chiedo a lei se questo collegamento…?
FORLEO – Allora, io non ho rilasciato alla stampa queste dichiarazioni, suppongo che come la signora, la dottoressa, la giornalista Liana Milella, di cui ho parlato prima, anche altri giornalisti hanno ricevuto queste dichiarazioni (della lettera-esposto ai carabinieri, ndr). In calce, effettivamente, c’è questa espressione che ho riferito all’Autorità giudiziaria di Brescia ma non…
PRES. VACCA – Questa, mi scusi se l’ho interrotta, è riferita da un suo esposto, così dice la giornalista, del 24 ottobre perché parla di righe infatti e non di sua intervista.
FORLEO – Ve la produco, ve la produco.
PRES. VACCA – E ci sono queste espressioni?
FORLEO – Ci sono queste espressioni, non mi ricordo, un attimo, dice: «Mi riservo di esporre altri episodi che potrei definire di pressione al mio operato giurisdizionale per i soggetti verosimilmente connessi». (...) Di questo non ho riferito alla stampa ma solo ai Carabinieri di via Moscova ed il colonnello Bolognani vi potrà riferire dove è stato messo, chi l’ha dato alla dottoressa Milella, chi l’ha dato a Tizio, chi l’ha dato a Caio (...).
Quando poi sono stata chiamata dall’autorità giudiziaria di Brescia a cui questo verbale era stato trasmesso l’autorità giudiziaria di Brescia mi ha detto di non preoccuparmi perché non avevo prove, perché non ero io tenuta a cercare delle prove, erano loro a cercare delle prove (...) Questi elementi io li ho riferiti ieri all’autorità giudiziaria di Brescia e sono in possesso dell’autorità giudiziaria di Brescia. Ripeto, se volete acquisire, poi saranno loro eventualmente a metterveli a disposizione...

PRES. VACCA – Il dottor Pepino.
PEPINO – Grazie. Dottoressa, io ritorno su alcune delle cose che già sono state chieste perché ho un’esigenza di capire e, prima di capire, vorrei, a mia volta, spiegarmi. La ragione della nostra audizione (...) è l’esistenza o meno di intimidazioni, pressioni o minacce specifiche nei suoi confronti posti in essere da settori istituzionali, della magistratura e di altri apparati in istituzionali indipendentemente dal fatto che lei ne abbia riferito o no ai giornali. I giornali di questo hanno parlato.
Allora, quello che noi vorremmo sapere, quello che io vorrei sapere è questo: al di là delle vicende che ci ha riferito, cioè al di là della vicenda molto triste, lo comprendiamo benissimo, che l’ha riguardata, ha riguardato la sua famiglia (...) quello che io vorrei sapere è questo: a lei, da parte di settori delle istituzioni e se chi da quali, sono state effettuate delle intimidazioni, delle minacce, delle pressioni di vario tipo oppure no? Questo è il quesito riassuntivo.
FORLEO – Allora, dottore, ripeto, rispetto alle Istituzioni io non ho nessuna difficoltà qui a dire... Io sono nuova a questo tipo di audizione, siccome era circoscritta alle dichiarazioni…
PEPINO – No, le ripeto, il problema nostro…
FORLEO – Io ho detto di sì però ho detto che siccome ieri ho riferito di queste pressioni all’autorità giudiziaria di Brescia, l’autorità giudiziaria di Brescia mi ha detto…
PEPINO – Allora, io le chiederei due cose. Primo: all’autorità giudiziaria di Brescia lei ha riferito di minacce, perché noi non lo sappiamo, intimidazioni o pressioni, sì o no?
FORLEO – Io ho riferito di pressioni, di fenomeni che considero di pressione e che l’autorità di Brescia mi ha invitato…
PEPINO – Seconda cosa, noi…
FORLEO – Però questi organi di stampa io…
PEPINO – No, ma non c’entra.
FORLEO – Cioè, vogliamo allargare l’oggetto…
PEPINO – No, non vogliamo allargare.
FORLEO – Io sono disposta, non vorrei incorrere in problemi…
PEPINO – Mi faccia finire.. (...) gli organi di stampa hanno riferito, a torto o a ragione, comunque così è apparso, che ci siano state delle intimidazioni, delle pressioni o delle minacce nei suoi confronti. Noi sugli organi di stampa li abbiamo letti, adesso facciamo a lei la domanda: ma lei ne ha subito o no? Ecco, questo è il punto! Dopodichè il resto lo vedremo dopo (...)

PEPINO - Secondo, mi faccia ancora finire un attimo (...) rispetto a quanto ha detto a Brescia non c'è nessuna possibilità di Brescia di secretare le sue dichiarazioni rispetto al consiglio superiore, se l'Autorità giudiziaria di Brescia vorrà non darci delle informazioni, potrà non darcele in due ipotesi: il caso di pregiudizio delle indagini o il caso di possibile rischio per la sicurezza delle persone.
Ma lei a noi può rispondere o no- questo è un problema suo e che poi noi valuteremo- però non è un problema del Pm bresciano, è un problema suo e del Consiglio superiore. Le riformulo la domanda (...): lei pressioni, minacce, intimidazioni da settori delle Istituzioni ne ha ricevute? E se sì quali sono queste minacce, queste intimidazioni e queste pressioni e da chi le ha ricevute?

FORLEO – Allora, io ripeto: ho ricevuto queste pressioni e ho riferito all'autorità giudiziaria di Brescia. (...) Queste dichiarazioni, come poi potete, avrete modo di apprendere se acquisirete il verbale di Brescia...Io non voglio avere problemi, già ne ho parecchi, ne ho avuti parecchi…

INTERVENTO – Può non rispondere.
FORLEO – No, non è che non rispondo, non è che mi voglia avvalere della facoltà di non rispondere... Il verbale di Brescia (...) se voi ritenete possiamo acquisirlo adesso, chiamiamo il dottor Salamone e ci facciamo mandare il verbale.
PEPINO – Questo è il problema nostro: io prendo atto che lei non ritiene di risponderci e non vado avanti nelle domande perché mi sembra inutile.
FORLEO – No, ma non è che non ritengo… Non rispondo per due motivi, non rispondo prima perché il tema del giorno era un altro, secondo perché io sono stata chiamata da Brescia perché Brescia aveva detto: “Prima ti dobbiamo sentire noi e poi ti deve sentire il Consiglio. Per cui se noi riteniamo, quando ce lo chiederà il Consiglio, noi trasmettiamo”...

PRES. VACCA – Dottoressa, io vorrei chiarire che noi siamo un organo istituzionale, non è che siamo un gruppo di persone... e che lei, di fronte a domande precise, è tenuta a risponderci! Non le chiediamo le prove, le chiediamo di riferire il contenuto delle sue dichiarazioni rese anche alla stampa. Non è che stiamo chiedendole di violare chissà quale segreto!
FORLEO – Alla stampa, assolutamente, ripeto, ribadisco, sottolineo, che alla stampa ho reso solo le dichiarazioni che sono state estrapolate dalla trasmissione televisiva cosiddetta Anno Zero (...)
PRES. VACCA – Sì, non si preoccupi di Anno Zero adesso perché il nostro problema è di capire se queste intimidazioni le hanno fatte o no.
FORLEO – Io ho parlato di pressioni, pressioni, intimidazioni…

PRES. VACCA – Gliele hanno fatte?
FORLEO – Me le hanno fatte e io ho riferito all'autorità giudiziaria. In questo momento, ripeto, a meno che non mi si dica che io ho l'obbligo di dire la verità, voglio dire, io mi riporto alle dichiarazioni rilasciate all'autorità giudiziaria di Brescia (...)
PRES. VACCA - Ma a noi non può porre il segreto su queste cose!
FORLEO – Non è segreto…

PRES. VACCA – Ha chiesto la parola la dottoressa Cesqui.
CESQUI – Io credo che dopo queste ultime battute la situazione si stia facendo più chiara (...) Lei ha fatto (...) una citazione cinematografica di un film di rara bellezza che mi pare si chiami “La vita degli altri” che rappresenta uno scenario di totale pervasività nella vita individuale delle persone fatta dalla Autorità Pubblica per condizionarne i comportamenti. Prima, al collega Volpi, ha riferito che quando uno parla dei Palazzi del Potere i Palazzi del Potere possono essere dai più alti ai più bassi, dalla Presidenza del Consiglio alla Stazione dei Carabinieri, detto in sostanza. Quella sua citazione cinematografica però faceva pensare ad una valutazione di pervasività totale e partente dai massimi vertici dell'organizzazione statale.

Adesso io non voglio avere capito male (...) e torno a rifarle la stessa domanda che le ha fatto il consigliere Pepino: quando lei ci dice che ieri ha avuto questo lungo interrogatorio con i colleghi di Brescia, ha riferito fatti, circostanze, documenti, quando parla di pressioni, quando parla, dice: “No, intimidazioni forse no, forse sono pressioni” quindi ha in mente fatti concreti, accadimenti che hanno un giorno, un'ora, un momento. Lei ha fatto delicatissimi procedimenti per fatti legati al terrorismo e in generale nell'esperienza comune di molti di noi le situazioni di minaccia sono abbastanza legate a quello. Lei, mi sembra senza esitazione, ha invece ricollegato queste pressioni (...) a procedimenti relativi alla scalata Unipol e Bnl?
FORLEO – Credo di aver già risposto, dottoressa.

CESQUI – Allora, evidentemente, le chiedo scusa, forse sarà colpa mia che non capisco le risposte. Torno e faccio questo lungo passaggio per tornare a farle la stessa domanda che le ha fatto il consigliere Pepino e che noi tutti oggi le continuiamo a fare: le intimidazioni provenienti dagli ambienti istituzionali elevati si sono concretizzate – e lei lo ha riferito all'Autorità Giudiziaria- in fatti, avvenimenti, condotte specifiche o sono il risultato di una sensazione di assedio istituzionale?
FORLEO – Allora, dunque, ho precisato che ieri ho reso le dichiarazioni su fatti precisi dei quali non ho le prove provate come ce l'ho sui fatti che oggi ho riferito e di cui ho riferito ai programmi televisivi per i quali sono qui, perché se fosse stato più ampio l'oggetto non starei qui. Io ho già riferito, si tratta di episodi che…

CESQUI – Scusi se la interrompo: che vuol dire se l'oggetto fosse stato più ampio non sarei qui?
FORLEO – No, dico, non sarei qui a mettere paletti. Nel senso che io sono venuta un giorno prima, io ero giù, scusatemi, per celebrare, per commemorare la tomba dei miei genitori! Ho dovuto anticipare di un giorno il mio riposo, credo meritato, dopo tanto per essere all'Autorità Giudiziaria di Brescia alle tre e mezza del pomeriggio per poter essere qui oggi, voglio dire! Poi, ditemi voi, se questo non è anche, scusatemi un…
Questo era l'oggetto oggi: bisognava parlare di dichiarazioni rilasciate a organi di stampa e tv. Io sono stata sulla tomba dei miei genitori, sono venuta un giorno prima, ho rinunciato alle ferie per stare un giorno prima a Brescia! Cinque ore di interrogatorio, ho dovuto prendere un aereo per stare qui, Non sono Le vite degli altri queste!? Non sono Le vite degli altri?

PRES. VACCA – Vogliamo interrompere cinque minuti per dare il tempo di ricomporsi?
FORLEO – Queste sono le vite degli altri, la vita mia!
PRES. VACCA – Vada, prenda un bicchiere d'acqua!
FORLEO – Non c'è bisogno.
PRES. VACCA – Vada a bere un bicchiere d'acqua e si calmi.
FORLEO – Sono calmissima, continuiamo.
PRES. VACCA – Come vuole.
ROIA – Dottoressa Forleo, ci diamo del lei perché siamo in un ambiente istituzionale. Provo a spiegarle un attimo il rapporto fra segreto investigativo e dichiarazioni davanti alla Prima Commissione perché, ovviamente, è un tema che non è di sua conoscenza ma che è stato oggetto di discussione della Prima Commissione anche in altre audizioni. Noi abbiamo una circolare – questo anche per tranquillizzarla, evidentemente – che è la 510 del 15 gennaio 1994 la quale stabilisce i paletti.

Davanti alla commissione, su una pratica come questa, che è secretata (...) la persona che ha reso dichiarazioni all'Autorità Giudiziaria, in ordine a fatti inerenti a un procedimento penale, non può opporre il segreto investigativo. Il segreto investigativo – come diceva prima il consigliere Pepino – non può essere opposto per interposta persona, quindi non che il procuratore di Brescia attraverso la persona che sente dice: “Oppongo il segreto investigativo”, perché nel procedimento amministrativo anche la forma è sostanza. Può essere opposto solo dall'Autorità Giudiziaria procedente a due condizioni: che ci sia un gravissimo pregiudizio delle indagini tale che questo, in qualche modo… Se però mi ascolta…
FORLEO – La sto ascoltando.

ROIA - …perché io sto tentando di fare uno sforzo…
FORLEO – Mi scusi.
ROIA – …per spiegarle meglio e per farle fare una scelta consapevole. La procura di Brescia potrebbe opporre a noi, su nostra richiesta, il segreto investigativo soltanto in determinate condizioni (...).
Quindi ciò premesso, qualora lei decidesse, e questa è una sua facoltà, perché noi non abbiamo obblighi di natura coercitiva per fare deporre un testimone, (nemmeno c'è una sanzione in caso di una sua facoltà di non rispondere), comunque lei non ci può opporre il segreto investigativo. Quindi se lei dovesse rendere delle dichiarazioni sarebbe ovviamente scriminata da qualsiasi punto di vista...

FORLEO – Dottor Roia, io non ho nessuna difficoltà a farle siccome però, ripeto, (...) l'oggetto della mia audizione era quello che abbiamo detto, i programmi tv e dichiarazioni da me rilasciate, siccome le dichiarazioni sono agli atti dell'Autorità Giudiziaria di Brescia, siccome sono un po' provata, stanca...
Se volete stiamo qui fino alle 3 di notte e vi racconto quello che ho detto a Brescia... Se a Brescia non c'è il segreto investigativo, si telefona al dottor Salamone e si mandano via fax, io non ho nessun problema come ho riferito al dottor Salamone di riferirvele adesso (...) non riesco a comprendere, siccome le ho già rese, siccome non c'è il segreto investigativo e quindi il dottor Salamone ve le può trasmettere pari pari via fax anche in questo momento (...).

PRES. VACCA – Dottor Fresa.
FRESA – Noi insistiamo per avere le sue dichiarazioni in relazione alle pressioni che avrebbe ricevuto in merito alla vicenda Unipol, che è il noto processo di cui si sta occupando (...).
FORLEO – Io posso chiedere, ripeto, una piccola pausa per capire, anche attraverso le vostre…, qual è il vostro problema di non acquisirle da Brescia perché siccome il dottor Salamone mi ha detto questo, siccome io sono nuova, per quale motivo non le acquisite da Brescia? Se mi volete aiutare a capire per quale motivo, non le prendiamo da lì? Perché sono un po' provata, il discorso è lungo e 5 ore sono state lunghe (...)

Non riesco a comprendere questa insistenza (...), giacché sono un poco stanca, sulla ripetizione di dichiarazioni che ho già reso all'Autorità Giudiziaria e che potrebbe trasmettervi in questo momento... Se questo comporta una sanzione disciplinare -io sono nuova- me lo dite, stiamo qui a ripetere. (...) Non è che sto nascondendo nulla però avendole già rese ed essendo un po' provata nel senso fisico (...) perché sono stata convocata qui tramite fonogramma, venerdì pomeriggio. Poi ho dovuto rinunciare ad un giorno di ferie perché Brescia mi ha chiamato: “Vieni prima qui da noi e poi vai lì”, allora in questo tour…
PRES. VACCA – Ci riposiamo dieci minuti.
FORLEO – Grazie.

Anonimo ha detto...

Direttore, ma davvero è lei?
Sono un lettore abituale di Italia Oggi, e un estimatore delle sue inchieste. Benvenuto tra noi (blogger).
Le segnalo, se mi permette, un'iniziativa a sostegno del Popolo-Partito della Libertà.
Si tratta di un aggregatore di blogger che supportano il suddetto partito.
Non mi permetto di chiederle di aderire (perchè immagino non accetterebbe), però magari può visitare il sito. Eccole l'indirizzo:
http://www.perilpartitodellaliberta.com/
A presto e in bocca al lupo e complimenti per il suo giornale.
http://www.camelotdestraideale.it/

Bechi'sblog ha detto...

corro a vedere...

Anonimo ha detto...

Grazie direttore, la linko e avviso la redazione di Tocqueville http://www.tocque-ville.it/ del fatto che lei sia "approdato" nella blogosfera.
A Tocqueville (cui può aderire), sono registrati giornalisti come Fiamma Nirenstein, Carlo Panella e Davide Giacalone, se si unisse anche lei, sarebbe molto positivo per tutti noi..
A presto
http://www.camelotdestraideale.it/

Bechi'sblog ha detto...

a dire il vero ho chiesto l'aggregazione del blog a toqueville... Ma non ho ottenuto risposta