Forleo 2/ Da Italia Oggi in edicola

L’Italia si è normalizzata

L'ultimo atto è arrivato ieri sera, al palazzo dei Marescialli. Davanti alla prima commissione del Consiglio superiore della Magistratura si è chiuso il caso di Clementina Forleo. Il gip milanese, stando alle prime scarne ricostruzioni strappate da Claudia Morelli (la testimonianza, o meglio l'interrogatorio è stato segretato), avrebbe fatto una robusta marcia indietro rispetto alle frasi dette durante la trasmissione tv di Michele Santoro. Ha negato di avere ricevuto pressioni istituzionali sul caso Unipol e sostenuto che il caso sia stato successivamente montato dalla stampa. Tolta a Luigi De Magistris l'inchiesta che minacciava il governo, con la retromarcia della Forleo l'Italia si è normalizzata... Intendiamoci, non abbiamo elementi per giudicare le ragioni che hanno portato ieri il giudice Forleo a dire quelle cose al Csm. Non sono mancati riflettori e microfoni in queste settimane (nè lei sembrava sottrarsene) per respingere con immediatezza un'interpretazione delle sue parole evidentemente ritenuta fuorviante. Ma la pressione di questi giorni nei suoi confronti e il destino assegnato a quel suo collega -De Magistris- che con tanta generosità aveva pubblicamente difeso devono avere consigliato prudenza. Non era mai accaduto che un pubblico ministero con in mano una inchiesta che toccava esponenti importanti del governo in carica fosse tolto di mezzo senza nemmeno preoccuparsi di salvare al forma: viale inchieste, licenziati i suoi consulenti, trasferito il suo principale collaboratore di polizia giudiziaria, probabilmente via anche lui. E si accontenti di mantenere scorta e protezione. Al di là del giudizio di merito sulle inchieste di De Magistris (che è solo una parte del processo, il pm) e sugli atti della Forleo (che è giudice), non si ricorda in Italia un isolamento istituzionale di questo tipo nei confronti di due magistrati dall'inizio degli anni Novanta. E i magistrati allora lasciati soli ed isolati da gran parte delle istituzioni avevano i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Certo il contesto è in parte diverso, ma la procedura davvero collimante, e fa una certa impressione. Temo di essere buon profeta nell'immaginare che anche quelle lacrime versate copiosamente ieri dalla Forleo davanti a quelli che avrebbero dovuto essere suoi difensori e invece costituivano una corte di giudizio le saranno volte contro. Donna. Emotiva. Instabile. Inadatta a un ruolo così delicato. Non è un caso se solo di quel pianto, assai enfatizzato, è trapelata a tarda sera qualche notizia sulle principali agenzie. Chiuso il caso De Magistris, inondato da lacrime quello Forleo. L'Italia è normalizzata..

1 commento:

raskolnikov ha detto...

non oso nemmeno immginare cosa sarebbe accaduto se a palazzo chigi ci fosse ancora silvio...

Le pressioni sulla Forleo per "censurare" le battute di D'Alema
Roma, 7 nov (Velino) - La prima commissione del Consiglio superiore della magistratura dopo aver ascoltato in audizione, ieri sera, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano Clementina Forleo, non avrebbe riscontrato alcune elemento che giustifichi l'apertura di una pratica. Tantomeno la procura generale della Cassazione, secondo il procuratore generale Mario Delli Priscoli, avrebbe intenzione di aprire una inchiesta disciplinare sul conto del Gip milanese. Sulle dichiarazioni rese dalla Forleo nel corso della trasmissione Rai Annozero rimarrebbe così soltanto l'inchiesta giudiziaria che ha aperto, per competenza, la procura della Repubblica di Brescia che ieri l'altro ha verbalizzato le sue dichiarazioni. Infine,ai consiglieri della prima commissione il Gip, ieri sera,dopo aver ribadito di non aver subito "pressioni" o "minacce", e men che meno da ambienti istituzionali, in merito al suo incontro con i piemme di Brescia ha mantenuto un notevole riserbo ma ha comunque rivelato un fatto poco noto. Nel periodo antecedente la sua decisione di inviare alla Camera dei deputati la richiesta di poter utilizzare alcune intercetttazioni delle telefonate intercorse fra Massimo D'Alema e l'ex numero uno dell'Unipol Giovanni Consorte in merito alla scalata della Bnl, un personaggio, qualificatosi come molto vicino al ministro degli Esteri, avrebbe chiesto al procuratore generale di Milano Blandini - e questi l'avrebbe poi contattata - di intercedere affinchè non venissero rese note alcune parti delle stesse intercettazioni nelle quali il titolare della Farnesina parlava del segretario del suo partito Piero Fassino. Una vicenda definita molta delicata sulla quale sta indagando, appunto, la procura di Brescia. E la prima commissione su questo punto non ha ancora deciso se chiedere o meno il verbale relativo ai magistrati di Brescia o attendere gli ulteriori sviluppi giudiziariDE


dopo tutto non era lo stesso d'alema ad auspicare la normalizzazione dell'italia?