E' in Olanda il grande orecchio che intercetta per i pm italiani

Sono tre i gruppi specializzati in intercettazioni telefoniche a cui le procure di Roma e Firenze hanno dato le commesse milionarie per registrare tutti i colloqui della cricca degli appalti e della cricca dei telefoni. Insieme i tre gruppi hanno fatturato nel 2008 oltre 100 milioni di euro, quasi tutti legati alle richieste delle procure italiane. Per seguire Angelo Balducci & c è stato firmato un mandato alla società Area del gruppo Formenti. Per l’inchiesta su Fastweb, Telecom Italia e Gennaro Mokbel sono state due invece le società coinvolte dalla procura di Roma: la Sio di Cantù del gruppo Danting e la Etm di Napoli del gruppo Rcs (nulla a vedere con la Rizzoli). Fra le migliaia di pagine (oltre 200 mila nelle due inchieste) depositate insieme alle due ordinanze di arresto, ci sono anche i mandati ufficiali per le intercettazioni. Non le relative fatture, che sono ritenute riservatissime, anche se in parte quei lavori compaiono fra le righe di bilancio delle singole società. I tre grandi orecchi al servizio delle procure hanno in mano oltre la metà del mercato italiano del settore. Affari in parte coperti da segretezza, in parte anche da qualche mistero. Come nel caso della Sio di Cantù. Appartiene sulla carta al manager che la guida, Elio Cattaneo, che proprio nei primi giorni di gennaio ha proceduto a un riassetto delle partecipazioni delle varie controllate. Ma tutto il gruppo riporta a una misteriosa holding di diritto olandese, la Danting B.V., il cui azionariato non è palese. La holding estera (che sulla carta può appartenere a Cattaneo come ad altri azionisti non dichiarati), probabilmente costituita in origine anche per motivi fiscali, ha infatti la partecipazione di maggioranza della Gsh, altra scatola societaria sotto il cui ombrello ci sono tre società italiane specializzate nel business delle intercettazioni e della security, la Sio, la Sicurezza attiva e la Sicurint, due società collegate (Ctr e Sicurezza attiva) e altre due società straniere, la Sionet societeè anonyme e la Sioska sro. Pur avendo in mano complessivamente quasi 25 milioni di euro di fatturato dal sistema giustizia italiano, e operando in inchieste delicatissime come appunto quella su Fastweb e Telecom Italia, il gruppo Danting non brilla dunque per trasparenza, offrendo qualche dubbio sulla opportunità che le intercettazioni della giustizia italiana siano in qualche modo controllate da una struttura estera. Più lineare la catena di controllo degli altri due gruppi specializzati in intercettazioni coinvolti nelle due inchieste. Fattura circa 35 milioni di euro all’anno in Italia il gruppo Rcs che a parte l’omonima azienda controlla anche la Etm sicurezza srl di Napoli e tre società straniere: la Foretec sa in Francia, la Dars Telecom sl in Spagna e la Telinco llc negli Stati Uniti. La Rcs è società leader di mercato in Italia, anche se ha sofferto come tutti i concorrenti della lentezza dei pagamenti del ministero della Giustizia. Per questo, scrive nel suo bilancio, nel 2008 ha deciso di cedere a società di factoring oltre 31 milioni di euro di crediti pro solvendo “per fare fronte agli ingenti ritardi negli incassi delle fatture per prestazioni di servizi rese nei confronti della Pubblica amministrazione”. Ciònonostante con orgoglio si sottolinea che “è aumentata la presenza di Rcs nelle procure della Repubblica”. E se i pagamenti tardano, basta diversificare l’attività: “la vera novità è costituita dall’attività svolta nel mercato estero. Nell’esercizio in commento si è concretizzata una importante vendita di apparecchiature e servizi connessi al governo vietnamita”. La società che ha seguito la cricca degli appalti e anche le avventure rosa e osèe di alcuni dei suoi protagonisti è l’Area del gruppo Formenti, che fattura circa 32 milioni di euro e che è collegata ad altre due società specializzate: la A&A srl di Varese e la Tsi (tecnologie al servizio delle informazioni) srl di Cuneo. Dei tre è il gruppo più casalingo, con una catena di comando lombarda e poche ambizioni di sbarcare su mercati internazionali: va benissimo restare in casa dei vari magistrati che continuano ad assegnare commesse. Redditizie: nel 2008 a fronte di un fatturato di 31,6 milioni di euro il “risultato operativo è stato di 15,7 milioni di euro, corrispondente al 49,7% del fatturato, su livelli di sicura eccellenza che confermano l’estrema solidità del business in cui la società ha operato”. Anche l’Area si lamenta naturalmente dei ritardi nei pagamenti da parte del sistema giudiziario italiano, imputabili secondo la società a Pierluigi Bersani, che quando faceva il ministro del governo di Romano Prodi ha “posto fine al sistema di anticipi di cassa operati dalle Poste italiane per conto del ministero della Giustizia, Per questo le procure si sono trovate prive delle risorse per fare fronte con regolarità agli impegni assunti”. Si sono accumulati così a inizio 2009 oltre 200 milioni di crediti che hanno rischiato di mandare gambe all’aria molte società del settore. Poi è arrivata la soluzione rateale del ministro Angelino Alfano e soprattutto sono arrivate le nuove commesse delle maxi-inchieste a rasserenare gli animi e a fare quadrare tutti i conti. Due sono ormai sotto gli occhi di tutti, la terza è in corso d’opera (fondi neri di alcune società pubbliche) e non sono ancora noti i nomi delle società di intercettazione coinvolte.

1 commento:

Anonimo ha detto...

quindi, se ho capito bene, i magistrati hanno indagato bertolaso & Co perché fanno gli appalti senza gara e segretI, loro sono i primi ad affidare lavori da milioni di euro senza gara e al segreto....


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