FARINA: I PIEDI DI WOJTYLA ERANO UNA MIA FISSAZIONE

Dal libro "Maestri- Incontri e dialoghi sul senso della vita", di Renato Farina- Piemme edizioni, capitolo su Karol Wojtyla: " I piedi! I piedi del Papa! Sono una mia fissazione. Li ho visti l'ultima volta nella Sala Clementina, dove era stato deposto prima dei funerali. Ci sono potuto rimanere per un intero pomeriggio, un regalo postumo di Wojtyla, grazie a un privilegio concessomi da monsignor Caccia (...) Quel 3 aprile 2005 ero in ginocchio dalla parte dei piedi. Li rivedo. Sono avvolti in mocassini rossi. Quello destro è un pochino spostato verso l'esterno, sembra pronto a uno scatto (...) I suoi piedi erano così belli. Durante i viaggi egli era uso, dopo avere osservato i volti, guardare i piedi. Lo commuovevano quelli di chi arrivava con le suole scalcagnate in America Latina, sollevando la polvere che il vento gli sbatteva in faccia. Guardava i piedi nudi delle donne africane, guardava i tacchi a spillo delle donne europee. Vedere quei piedi fermi è stato per me come respirare la violenza della morte (...) La Bibbia, e quindi si suppone anche il suo Ispiratore, più degli occhi azzurri predilige i piedi. Gesù per amore, e forse per igiene della compagnia, lava le callose estremità degli amici. La Maddalena profuma e bagna e asciuga coi capelli ciò che del suo Cristo la inteneriva di più: i piedi. Isaia forse non si dilunga su nasi e mani, ma scrive "Beati i piedi di quelli che portano un lieto annuncio". San Paolo conferma nella lettera ai Romani: "Come sono belli i piedi". Viaggiando con il Papa ho imparato a capire che non sono licenze poetiche. Per questo il Papa, dopo i volti guardava i piedi con tenerezza..."

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dunque quel birbaccione di Karol era un feticista!!!!!
Cavolo, Bechis! Una volta tanto hai trovato una notizia degna di questo nome!!!!

Certo che in quanto a perversione anche Farina non scherza: capirei la fissazione per i piedi femminili, ma per quelli di un vecchio... Depravatissimo davvero.

Direttore, sei un mito! Continua così!

Carlo Muzzi