BUTTIGLIONE 1/ Da Italia Oggi in edicola: la stizza per la svolta di Berlusconi

Una sola reazione ufficiale. “L'annuncio solitario di Silvio Berlusconi non e' un buon modo di cominciare”. Il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, chiosa così, con un pizzico di veleno, la svolta berlusconiana. Lo raggiungiamo al telefono mentre all'aeroporto di Torino si sta imbarcando per Roma, nella speranza di arrivare in tempo per registrare la puntata di Matrix con Enrico Mentana Domanda. Perché è così negativo? Risposta. Negativo io? No. Sono positivo sul fatto che lui riconosca che il bipolarismo è morto. Io sono anni che lo dico. Positivo anche il fatto che dica come fra il governo di Romano Prodi e le elezioni anticipate ci sia un ponte da costruire e questo è il ponte della nuova legge elettorale. Anche questo lo dicevamo da tempo. D. Proporzionale. Miele per le vostre orecchie, no? R. Vero, positivo pure che lui dica che vuole un sistema elettorale di tipo tedesco. In effetti per creare una grande forza di centro è questo che serve. D. Quel che avete sempre detto voi R. Sì, dice che avevamo ragione noi D. E allora? R. E allora se avevamo ragione noi e torto lui, non è che può dirci adesso venite qui e mettetevi ai miei ordini senza condizioni D. Non l'ha detta così R. Mah comunque l'idea è che il partito nasce per sua esclusiva iniziativa. Ed era questa l'obiezione che si faceva rifiutando l'ingresso in Forza Italia: che era il partito di un uomo solo, il semplice seguito di un capo. Ora quando lui sogna una nuova Forza Italia senza un congresso, senza una direzione beh, rafforza tutte le critiche che si facevano. D. Berlusconi dice che sarà un partito che nasce dal popolo, e avrà le sue primarie R. Ma no, dai... Chi ci crede alle primarie? Chi le organizza? Non è una cosa molto credibile...(Buttiglione sale sull'aereo che lo porta da Torino a Roma e sbatte la testa prima di sedersi, ndr) Oh. Meine gute! Ho dato una botta alla testa D. Mi spiace R. ...passato, si figuri. Dicevamo? Ah, sì, le primarie...Beh, l'idea delle primarie onestamente non... Non... D. Se vuole la richiamo... R. No, no, passato... Volevo dire che l'idea delle primarie non è molto rassicurante,. Se si vuole fare un partito nuovo, allora bisogna fare la fatica di farlo insieme con qualcun altro. D. E' quel che vi ha invitato a fare Berlusconi R. Beh, qualcun altro che avendo dei partiti normali, deve avviare delle procedure democratiche. E all'invito dovrebbe aderire anche lui... D. Allora avevo ragione io...L'ha presa male, questa idea di Berlusconi, altroché... R. Nooo, dico: bene. Ma messa così sembra solo che Forza Italia cambi nome. Tutt'al più che la classe dirigente di Forza Italia venga accantonata per cercarne un'altra, più fedele, con meno pretese di controllo democratico. Più di questo l'operazione non sembra potere dare. D. Lei crede che sia solo un'operazione tattica di un Berlusconi in difficoltà? Che abbia usato solo il detto popolare “la migliore difesa è l'attacco”? R. Beh...lui era in un angolo. Ha dovuto riconoscere che noi avevamo ragione. Ma lo ha fatto cercando di non darci ragione. Allora noi diciamo a questo partito nuovo: “per il momento non siamo interessati” D. Insomma, non vi sentite all'angolo. Allora resta solo Gianfranco Fini R. Eh...certo Berlusconi gli ha sostanzialmente detto: “Questo bipolarismo è morto da un pezzo, il cadavere puzza. Finora io non me ne sono liberato per riguardo nei tuoi confronti. E tu per tutta gratitudine, che mi hai fatto?”. Ah, ah, ah... Ach, lo steward mi dice di spegnere il telefonino

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi spiace rivolgere critiche al mondo dell'informazione, anche perché di questi tempi è quasi come sparare sulla Croce Rossa o, quanto meno, esercizio di qualunquismo. Mi sembra assurdo, però, che nessuna faccia rilevare ai pluri-intervistati politici (il pluri si riferisce non solo al numero dei politici, ma anche al numero quotiiano d'interventi diffusi dai media) una contraddizione evidente sulla questione del sistema elettorale: Se da una parte, infatti, molti argomentano che un ritorno del proporzionale è una richiesta che arriva direttamente dalla "gente", stanca di questo "bipolarismo straccione" (espressione abusata sia da Casini che da Giordano), non si capisce perché questi stessi "ultras proporzionalisti" vogliano evitare il eferendum a tutti i costi. Mi spiego meglio: se si teme il referendum è perché si ritiene che possa avere successo e se cio è vero allora è falso che la "gente" voglia un ritorno al proporzionale. Qualcuno potrebbe girare questa domanda (e magari incalzare l'interlocutore per una risposta "seria") ai nostri politici? Il vero evento sarebbe certo superare o evitare il referendum, ma scavalcarlo dalla parte opposta: Berlusconi, Veltroni e Fini hanno certamente i numeri in parlamento per accordarsi sul maggioritario di tipo francese, magari con primarie (e primarie vere!) obbligatorie per tutti.
Ho la triste sensazione, ahimé, che l'unica cosa importante per i partiti sia sopravvivere insieme alla pratica della cooptazione. Un esempio: Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi hanno nel 90% dei casi la stessa posizione politica, ma si dividono o addirittura si scindono, se in ballo ci sono poltrone (vedi 1998) o sistemi elettorali (vedi 2007 e trattative sul sistema elettorale). Va bene il pluralismo e la rappresentanza delle minoranze, ma questa è pura lotta per la sopravvivenza, al limite autodifesa.

Bechi'sblog ha detto...

Ha ragione, e io sono convinto che gli elettori restino bipolari. Vedrà che al referendum si arriverà, perché non si metteranno d'accordo in tempo. Ho dubbi però che quei due listoni unici risolvano i problemi: il ricatto delle minoranze- decisive per formare i listoni post-referendari- potrebbe diventare ancora maggiore. Il numero di partiti pure, perchè per contrattare un posto in lista e l'appoggio del proprio movimento in non pochi potrebbero provocare mini-scissioni prima delle elezioni e fondare partitini di plastica...