La crisi finanziaria ha
colpito anche la Cgil ,
facendo franare per colpa della cassa integrazione e della disoccupazione quel
monte-premi sicuro delle trattenute sindacali automatiche che da sempre tiene
in piedi i conti del primo sindacato italiano. Per questo nel 2009 Guglielmo
Epifani e i suoi stretti collaboratori hanno dovuto tirare la cinghia con un
piano di ristrutturazione interna che ha tagliato costi e personale della Cgil
ricavando però risorse da destinare alla nuova missione: “l’attività politica”.
Lo rivela un documento riservato interno sulle finanze della Cgil compilato da
uno dei suoi massimi dirigenti, Enrico Panini, segretario confederale con
delega anche sulle politiche amministrative e finanziarie. Primo punto del
documento proprio l’effetto della crisi sui conti Cgil: “l’esplosione della cassa
integrazione”, scrive Panini, “ comporterà una riduzione delle risorse per gli
effetti che essa produce sulle deleghe sindacali; alle conseguenze che
deriveranno dal mancato rinnovo di tanti rapporti di lavoro precari; agli
effetti della riduzione dell’occupazione. A tutto ciò si devono aggiungere diverse questioni relative al tesseramento.
Basti ricordare che stanno andando in pensione generazioni con rapporti di
lavoro a tempo indeterminato e con retribuzioni alte, che vengono sostituite
con nuovi iscritti che sono, quando va bene, all’inizio della loro carriera o
che hanno rapporti di lavoro discontinui. Contemporaneamente nel passaggio
attivi/pensionati perdiamo ogni anno migliaia di deleghe che non passano allo
SPI”, e cioè al sindacato pensionati della Cgil. Proprio quello pizzicato a
Piacenza a riparare a questa caduta di consensi con falsi tesseramenti. Le
tessere dei pensionati ammontavano per la Cgil a oltre 13 milioni di euro nel 2008, ma si
sono ridotte a 10,8 milioni di euro nel 2009. La situazione finanziaria
preoccupa molto i massimi dirigenti Cgil, tanto è che Panini spiega: “dobbiamo
cominciare a fare i conti – per la prima volta dal dopoguerra – con una
consistente riduzione delle entrate che durerà per un periodo non breve”.
Il piano messo a punto nel 2009 prevede taglio dei
costi a tutti i livelli come è avvenuto nelle aziende. E’ un sindacalista a
scrivere, ma sembra di leggere un top manager di qualche multinazionale: “in
alcuni casi viviamo decisamente sopra le nostre disponibilità, o assumiamo
impegni di spesa non coperti adeguatamente, e tutto ciò è inaccettabile. Registro,
inoltre, per la totale assenza di una cultura di sistema nelle nostre politiche
sull’uso delle risorse, sprechi molto consistenti”. Panini ricorda come la
prima riorganizzazione sia avvenuta nel settembre 2008 con la creazione di una
rete telefonica Cgil che ha fatto risparmiare 50 mila euro con il passaggio da
Tim a Vodafone su tutto il territorio nazionale eccetto la Lombardia (lì le penali
di Tim per la rescissione anticipata dei contratti sarebbero state molto alte),
sostituendo con un solo contratto ben 700 tipologie contrattuali diverse “che
semplicemente comportavano il fatto che a parlare fra di noi ognuno di noi
spendeva una follia”. Altri tagli di spesa con la riorganizzazione dei Caaf: “Attualmente
abbiamo in uso, per compilare un 730 uguale in tutt’Italia, ben cinque
applicativi fiscali. Il solo costo di manutenzione ordinaria è stimato, per
difetto, in due milioni di euro ogni anno. Risorse letteralmente buttate dalla
finestra. Abbiamo circa 90 società fiscale, oltre a quindici Caaf regionali. La
sola decisione di ridurre in modo significativo le società fiscali
comporterebbe un risparmio stimato fra i dieci ed i quindici milioni di euro
all’anno. Considerate che il numero delle società fiscali che chiudono in rosso
i loro bilanci sta aumentando e che il Governo sta scaricando costi consistenti
sui servizi fiscali. A fronte di una situazione che si fa più difficile noi
continuiamo a buttare risorse dalla
finestra quando si potrebbe evitare”. Altre misure immaginate, oltre a quello
dell’aumento dei contributi per allargare le entrate, anche il controllo delle
spese per abbonamenti a riviste e libri vari e sui viaggi dei dirigenti del
sindacato ( il taglio solo qui nel 2009 è stato di 320 mila euro) e perfino la
riduzione delle spese per il personale: “un deciso contenimento dell’organico
del Centro confederale, con una migliore organizzazione, una progressiva
riduzione del personale investendo all’interno di questa riduzione su una
presenza di compagne e giovani”. Aboliti
i 100 mila euro circa che si spendevano ogni anno per tradurre i documenti Cgil
nelle regioni bilingue: anche in Alto Adige se li leggeranno ora in italiano.
Tagliati del tutto nel 2009 i 100 mila euro di finanziamento assicurato ad
organizzazioni dei consumatori come Sunia e Federconsumatori.
In questo quadro di lacrime e sangue, anche a costo
di sacrificare i lavoratori interni del sindacato, sono state trovate risorse
per la nuova missione Cgil, chiamata “investire sulle politica”. Sui questo
piatto che non dovrebbe apparire nel menù tradizionale di una attività
sindacale Epifani ha gettato nel 2009 una fiche consistente: “+ 720 mila euro
in iniziative, dalla conferenza di programma a manifestazioni nazionali e
incremento delle risorse per l’attività relativa ad immigrazione e disabilità”.
Secondo il documento interno “che il ruolo della CGIL in questa fase richiede
di indirizzare molte più risorse verso l’iniziativa politica. Ma dare
attuazione alle nostre decisioni sul versante politico comporta una
destinazione consistente di risorse sulle voci relative all’iniziativa politica
e ciò dovrà essere previsto, salvo cambi di fase non preventivabili ad oggi,
per più anni”.