Preparate i telescherni. Ora Fini vuole lanciare la sua tv, zeppa di storia e cultura


Il progetto è ambizioso, e i consulenti chiamati al capezzale anche. Gianfranco Fini ha deciso di trasformare il canale satellitare della Camera dei deputati in una vera e propria televisione, che non si limiti a trasmettere le sedute di aula e commissioni di Montecitorio. Un po’ sulla piattaforme satellitari (quella di Sky ma anche quella nuova Rai-Mediaset), un po’ sul canale web, sta prendendo forma la nuova Fini-tv. Nel progetto di bilancio per il 2010 che sta per essere approvato dalla Camera dei deputati viene definita così: “lo sviluppo del palinsesto del canale satellitare è funzionale all’ampliamento dei contenuti dell’informazione relativa ai lavori parlamentari. Ciò mediante al costruzione di un palinsesto organico che preveda trasmissioni anche nelle ore serali, nel fine settimana e nei periodi di sospensione dei lavori, mediante la produzione di contenuti aggiuntivi rispetto alle sedute e agli eventi, quali, esemplificativamente, documentari storico culturali, programmi da studio, sintesi dei lavori parlamentari, filmati divulgativi da utilizzare anche sugli altri canali di diffusione delle informazioni”. Secondo quanto risulta a Libero per il momento la Camera si è limitata ad accordi con produttori terzi, stringendo intese con Rai-teche e con l’Istituto Luce per acquisire documentari storici, artistici e culturali da loro posseduti da trasmettere durante i week end e nei momenti di pausa dai lavori parlamentari (quindi nella parte più rilevante del palinsesto annuale). Sono stati presi poi contatti diretti con l’ex direttore Rai Giovanni Minoli, appena andato in pensione dall’azienda ma restato alla guida della struttura che si occupa delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità di Italia. Con Minoli, che è stato prodigo di suggerimenti sullo sviluppo della Fini tv la Camera ha già immaginato di dedicare una parte della sua programmazione sia satellitare che web proprio alla trasmissione di produzioni Rai legate a Italia 1961, il centenario dell’Unità. Un terzo filone utile alla costruzione del nuovo palinsesto sarà quello di una sorta di baratto con altri produttori televisivi e cinematografici. La Camera darà il suo benestare a girare film e documentari al proprio interno solo se in cambio i produttori ne daranno il diritto di trasmissione sul proprio canale televisivo. Naturalmente non si tratta di un diritto di prima scelta (fiction e documentari andranno prima in onda sui canali generalisti e poi su quelli tematici come di consueto), ma sulla Fini tv potranno andare in onda- ad esempio- documentari come quello recentemente girato sull’architetto Ernesto Basile o fiction di grido come quella girata non molto tempo fa negli “studios” reali di Montecitorio sulla vita di Alcide De Gasperi (interpretato magistralmente dal neo “compagno” Fabrizio Gifuni, figluio del più potente segretario generale del Quirinale di questi decenni). Per la produzione in proprio- ipotizzata nel piano allegato al bilancio della Camera- non ci sono al momento le forze e le professionalità necessarie. Però nel 2009 sono stati terminati i lavori per l’allestimento di uno studio di registrazione alle spalle dell’aula destinato proprio alla Fini-tv. Utilizzando l’ufficio stampa verranno auto-prodotti “programmi da studio” di taglio giornalistico, ad esempio mini talk show e brevi interviste con i parlamentari, che verranno poi offerti gratuitamente ad altre reti pubbliche e private.

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